Il cotone è tornato a fiorire nei campi del Foggiano, da San Severo a Torremaggiore, da San Marco in Lamis a Manfredonia. Ad avviare quello che a breve potrebbe diventare l’oro bianco della Capitanata, sono due imprenditori agricoli di San Marco: Michele Steduto e Pietro Gentile che nei giorni scorsi hanno organizzato presso una struttura ricettiva di Rignano Garganico una due giorni per rafforzare il legame agricoltura-moda.
“Cotone sotto il soul – ha affermato Michele Steduto – per avvicinare il mondo agricolo a quello del fashion, due settori tanto vicini ma che non riescono a comunicare. Noi vogliamo far capire ai grossi imprenditori che per creare una filiera del tessile bisogna salvaguardare l’agricoltura favorendo le coltivazioni di cotone biologico. Noi ci crediamo, siamo partiti da 3 ettari, e nel giro di quattro anni abbiamo superato i 100 ettari, e il cotone che produciamo lo vendiamo al Gruppo Albini, uno dei cotonifici più importanti d’Europa, un’azienda con sede in Lombardia che dal 1876 opera nel settore tessile, producendo tessuti per camiceria di alta gamma. Un’altra parte di cotone lo lavoriamo in loco producendo pantaloni, camicie e polo che possono essere acquistati sul nostro sito www.gest-italia.com“.
Con l’olio di cotone sono nati i primi cosmetici made in Gargano grazie alla Breala&Gest, azienda nata a San Marco in Lamis e diretta da due giovani del posto, Antonio Paga e Matteo Nardella. “Utilizziamo principalmente semi di cotone biologico da dove viene estratto un olio che utilizziamo nei nostri cosmetici, 11 prodotti per la cura del corpo”. Il progetto della Gest Italia è stato sottoposto alle istituzioni, in particolar modo agli assessori regionali Piemontese e Pentassuglia, presenti in provincia di Foggia insieme al sindaco di Bari e presidente nazionale di Anci, Antonio Decaro. “Abbiamo chiesto – ha aggiunto Pietro Gentile – il supporto per la realizzazione di impianti per la lavorazione del cotone in provincia di Foggia. E’ fondamentale lavorare il cotone nelle vicinanze dei campi, solo così possiamo diventare rispettosi dell’ambiente. Occorrono investimenti. Noi faremo la nostra parte, il resto tocca alle istituzioni, alle quali abbiamo chiesto di inserire questa coltura nella quota Pac. La nostra scommessa è di creare in Capitanata una grande filiera del cotone”.
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