Manfredonia si ritrova con un governo cittadino molto lontano da quello votato due anni fa dagli elettori. I cittadini, infatti, pensavano di voltare pagina affidandosi al centrodestra ma la nuova giunta presentata dall’improbabile sindaco Gianni Rotice sembra una brutta copia di quelle viste durante l’era Pd. Innanzitutto, dopo la crisi politica, è sparito il partito di Forza Italia che portò Rotice alla vittoria. Gli azzurri sono infatti passati all’opposizione.
Nella “nuova” squadra del sindaco spunta Andrea Trotta, vicino all’imprenditore interdetto per mafia Michele D’Alba e già consulente per il primo cittadino del Pd, Angelo Riccardi. Ai Lavori Pubblici confermato Michele Di Tullo, altro “riccardiano” della prima ora. Lo stesso Rotice ha spesso flirtato con le vecchie amministrazioni che oggi attacca con il suo fare demagogico.
Intanto, dopo l’annuncio della giunta, la minoranza è tornata alla carica: “È l’ora più buia per la città di Manfredonia. La crisi politica che si trascina dagli inizi di agosto, che ha vissuto momenti epici nel mese di settembre, trova il suo epilogo con il sindaco Rotice che sconfessa l’operato dell’assessore al bilancio Lauriola ma continua a tenerla in squadra e tiene per sé le deleghe al bilancio di fronte agli innumerevoli rifiuti ricevuti. È l’ora più buia per la città di Manfredonia e quel che resta sul campo è la dignità (ormai smarrita) di chi chiedeva l’azzeramento della giunta per favorire un lavoro sinergico sui fondi del Pnrr. Sul campo in verità resta anche la credibilità di consiglieri comunali di maggioranza mai tenuti in considerazione sulle nomine assessorili, ma solo per alzare la mano di volta in volta“.
A parere della minoranza, “Gianni Rotice è riuscito nel miracolo di azzerare il centrodestra locale dopo averlo usato, centrodestra che ancora tergiversa sull’opportunità o meno di condividere una mozione di sfiducia e che invece dovrebbe farsene promotore per rimediare in minima parte al peccato originale: l’aver dato copertura politica e sostegno elettorale ad un soggetto totalmente incapace di gestire con saggezza ed equilibrio una realtà complessa come la città di Manfredonia. È l’ora più buia per Manfredonia: ora ci aspettano uscite spot sui social network per gli assegnatari di nuove deleghe, qualche operazione di pulizia straordinaria (che di straordinario non ha nulla) in qualche aiuola periferica della città come già troppe volte abbiamo visto fare in questi due anni di totale fallimento”.
Infine citano gli ex assessori: “Salvemini, Trigiani, Palumbo, Basta: chi sarà il prossimo? Perché una cosa è certa: questa compagine amministrativa non conosce lealtà, ma solo sudditanza. Questa è l’ora più buia per la città di Manfredonia, ma ormai Rotice ci ha insegnato che al peggio non c’è mai fine. Le tensioni non sopite all’interno della maggioranza, i continui fallimenti e le tante, troppe gaffes, ci portano a dire che più scuro della mezzanotte non può essere, ma se questa amministrazione non va subito a casa, Rotice riuscirà a stabilire un nuovo record, riuscendo a portare la nostra città al buio totale, peggiore anche della mezzanotte”.
Forza Italia: “I nodi verranno al pettine”
Gli azzurri dell’opposizione sono allibiti dalle scelte di Rotice: “Lasciano sgomenti le mosse di Rotice e della sua maggioranza. La delega al bilancio resta in capo al sindaco. Per quale motivo? Un sindaco, con tutti i suoi i impegni istituzionali e imprenditoriali, può dedicare l’attenzione e l’impegno necessari ad un settore così importante in un Comune in piano di riequilibrio finanziario? E che dire dell’ex assessore al Bilancio Antonella Lauriola? Una chiara mancanza di fiducia nell’operato della stessa. Tuttavia, pur di non mortificarla platealmente, il sindaco ha pensato bene di assegnarle una nuova delega, al personale e affari generali. D’altronde, la fautrice di promesse e ‘mediatrice’ nella recente campagna acquisti, non poteva certo restare del tutto fuori dal ‘giro’. Che dire poi, della delega di vicesindaco ad Antonio Vitulano, già di Forza Italia, passato arma e bagagli in maggioranza e ricompensato in tal modo per il tradimento al proprio partito di provenienza? Tutti i nodi verranno, prima o poi, al pettine. È chiaro a tutta la cittadinanza come ci si trovi di fronte ad un sindaco che fonda la propria azione di governo sul principio ispiratore del tradimento e della necessità di sopravvivere a tutti i costi”.
E ancora: “Abbiamo sentito tanti racconti, abbiamo scoperto un sindaco novello Hans Cristian Andersen, che al posto di ‘La principessa sul pisello’ ha scritto un’altra favola, titolata, ‘Bene della Città’, una favola che si è trasformata già in incubo, quello della violenza ai sogni di una città in nome di una cinica spartizione di poltrone e deleghe, al fine di accontentare i 13 peones che reggono la maggioranza. Altro che cambio di passo dell’amministrazione. Ci troviamo di fronte all’ennesimo inciampo di una maggioranza che non è in grado di mettere in campo temi e progetti diversi dalla divisione di cariche comunali ed extra comunali, nascondendo la polvere sotto il tappeto di una favola in cui l’incantesimo è già svanito per tutti”. La nota firmata dall‘ex vice sindaco Giuseppe Basta e dai consiglieri Liliana Rinaldi, Angelica Ciuffreda e Marco Di Bari.