“Le patologie croniche intestinali rappresentano una patologia molto diffusa già da qualche tempo. Abbiamo circa 750 nuovi casi all’anno in Puglia. Al Policlinico ‘Riuniti’, nel reparto che dirigo, abbiamo assistito ad un aumento di circa il 30% di pazienti”. Lo ha detto il direttore della struttura complessa di Gastroenterologia e Endoscopia Digestiva, Rodolfo Sacco, durante il convegno “Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali – Approccio Problem Solving” a Palazzo Dogana.
Bisognerebbe prestare attenzione ad alcuni campanelli d’allarme. “I sintomi iniziali di queste patologie possono essere comuni ad altre forme non così gravi, però se c’è presenza di sangue con l’evacuazione, dimagrimento, febbre e dolori addominali bisognerebbe rivolgersi al proprio medico curante, il quale instraderà la persona verso il nostro centro per l’eventuale diagnosi della patologia”. La ricerca avanza e gli ultimi approcci farmaceutici potrebbero evitare l’invalidità dell’intervento chirurgico. “Diversi farmaci hanno aumentato l’armamentario terapeutico per questo tipo di patologie, dando la possibilità al medico di poter affrontare al meglio i casi e rispondere adeguatamente alle necessità di ogni singolo paziente. Oggi disponiamo anche di farmaci ad uso orale, le cosiddette piccole molecole, molto maneggevoli e comode perché possono essere assunte a domicilio. Dunque, pur non avendo un unico farmaco per curare la malattia, abbiamo più farmaci per organizzare una strategia che consente diverse alternative”.
Il rettore dell’Università di Foggia, Lorenzo Lo Muzio, ha elogiato la qualità del convegno. “È una patologia sempre più diffusa – ha detto durante il suo intervento -, dovuta in parte agli alimenti in parte allo stress e altri fattori, che si ripercuote su tutto l’organismo. Anche nel mio campo, la medicina orale, sappiamo che molte patologie infiammatorie croniche si manifestano nel cavo orale. Quindi – ha concluso -, sono convinto che da questi incontri culturali è possibile avere informazioni da altri colleghi per affrontare meglio queste patologie e migliorare la vita dei nostri pazienti”.