Dopo essere entrato nella tabaccheria di via Marchese De Rosa 100, travisato da una mascherina anticovid, con guanti e armato di un coltello da cucina, ha sferrato quattro coltellate – due al collo e due all’addome – uccidendo Franca Marasco. Questa la ricostruzione nelle carte dell’omicidio della tabaccaia foggiana, un fatto brutale commesso dal 43enne marocchino Redouane Moslli, bracciante agricolo.
Il killer si è impossessato di due telefoni cellulari e della somma di circa 75 euro. Le utenze sono state subito monitorate dagli inquirenti ai fini del rintraccio, con
richiesta d’attivazione di positioning d’urgenza. Successivamente è stato individuato un uomo transitare poco prima nei pressi della tabaccheria con indosso una maglietta blu, un pantalone nero (verosimilmente modello tuta ginnica) con bande laterali di colore bianco e con scritta rossa “sport” impressa dall’altezza del ginocchio sino alla caviglia, un berretto nero con visiera e una mascherina nera. Piuttosto inconsueto per il periodo. Aveva inoltre una busta rigida di colore bianco, con la scritta “Modus Profumerie”, con all’interno ben visibile un ulteriore sacchetto verde biodegradabile. La busta è stata poi ritrovata proprio nella tabaccheria della vittima.
Senza soluzione di continuità, gli inquirenti hanno acquisito le immagini video delle telecamere della sorveglianza (pubbliche e private) installate nell’intera zona e, in particolare, quelle collocate lungo le possibili vie che l’autore dell’efferato delitto poteva aver praticato nell’allontanarsi dalla scena del crimine.
Il killer ha cambiato i suoi indumenti in via Mameli, pur conservando le stesse scarpe. Nello specifico: il pantalone, che ha sostituito con bermuda tipo jeans e la maglia blu che ha sostituito con una nera; si è poi liberato del berretto e ha indossato una borsa a tracolla di colore scuro avente apertura con lembo di colore bianco picchiettato con piccolissimi simboli o immagini di colore scuro. I vestiti sono stati poi rinvenuti all’interno di una busta di plastica di colore verde lanciata all’interno di un cantiere edile in vicolo Fauno, angolo via E. Masi. L’assassino è stato inoltre riconosciuto da un altro tabaccaio presso il quale si era recato il 31 agosto successivo.
“Non voleva ucciderla – ha detto a l’Immediato l’avvocato Nicola Totaro -. Ha usato l’arma per minacciare la donna. Poi l’ha puntata alla gola della signora per farsi dare i soldi in cassa. Lei ha reagito, si è mossa e lui ha inferto due fendenti superficiali alla gola. Successivamente è andato dietro al bancone, ha aperto la cassa, ha preso i soldi con la mano sinistra mentre con la destra teneva in mano il coltello. Lei si è avventata e lui l’ha infilzata involontariamente. Infine, spaventato, è fuggito con i telefonini e con i 75 euro. Un cellulare voleva buttarlo nel cassonetto ma un signore lo ha visto, l’ha fermato e se lo è fatto consegnare. Dopo qualche giorno è tornato a Napoli perché qui veniva sottopagato. A Foggia viveva in un dormitorio (è stato riconosciuto anche da un assistente sociale sentito dai carabinieri, ndr). Era in Italia per aiutare la sua famiglia in Marocco. Aveva un decreto di espulsione ma non gli era mai stato notificato in quanto irreperibile”. L’uomo, infatti, aveva dei precedenti per rapina ed era noto agli inquirenti.
Riguardo ad uno dei cellulari, un uomo di nazionalità araba, residente nel Foggiano, ha riferito agli investigatori che il killer glielo aveva venduto. Ora Moslli dovrà rispondere di omicidio e rapina aggravata.
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