Caldo record e aumento vertiginoso degli incidenti con politrauma mortale, che coinvolgono sempre più giovani. Nella centrale operativa 118 di Foggia si combatte una dura battaglia quotidiana, soprattutto d’estate, con la carenza di 44 medici (ce ne sono 96 rispetto ad un fabbisogno di 140) e 23 infermieri (242 anziché 260). Per fortuna, arrivano riscontri positivi nel lavoro di scrematura che gli operatori fanno già a monte, durante il cosiddetto “dispatch”, il questionario telefonico per comprendere le condizioni del paziente prima della richiesta di intervento: delle quasi 80mila chiamate, solo 29.862 si chiudono con un ricovero. Il resto viene processato già a monte, prima con il questionario (66mila), poi con la valutazione sanitaria (61.590 presunte emergenze). Ma non finisce qua perché 31.728 cittadini – cioè poco più del 51% – vengono trattati sul posto. Se arrivassero tutte in pronto soccorso, il policlinico “Riuniti” soccomberebbe.
“I ricoveri rappresentano le vere emergenze – spiega a l’Immediato il direttore, Stefano Colelli -, in ospedale dovrebbero arrivare solo gli acuti. Le persone devono comprendere che bisogna chiamare solo se strettamente necessario, altrimenti si corre il rischio di creare ingorghi e di compromettere il salvataggio della vita ad esempio in casi di politrauma grave”. I dati statistici del 2022 sono stati superati quest’anno, anche per via dell’anomala ondata di calore che ha colpito la provincia nelle ultime settimane. “Nei periodi ordinari riceviamo circa 3-400 chiamate al giorno, negli ultimi tempi siamo arrivati anche a 120 richieste in più al giorno. In questo segmento aggiuntivo c’è di tutto, dal politrauma agli anziani per i colpi di calore… Solitamente in estate la situazione peggiora da luglio fino al picco della prima decade di agosto, per poi decrescere lentamente. Ciò che notiamo recentemente è l’aumento di incidenti con politrauma mortale che coinvolgono sempre più spesso giovani”.

Poi aggiunge: “La fase due del nostro lavoro presenta criticità. Dopo la presa in carico dobbiamo garantire l’arrivo degli acuti in ospedale. Nel 2022, 12.608 (circa il 21%) è arrivato al Riuniti, tutto il resto è stato assorbito dal territorio (Casa Sollievo della Sofferenza e gli ospedali Asl di Cerignola, San Severo e Manfredonia). C’è una grande sinergia con l’azienda territoriale guidata da Antonio Nigri, fanno un lavoro importante e ci danno una grossa mano nella gestione dell’emergenza-urgenza. Persistono tuttavia importanti criticità. A cominciare dalla mancanza di un sistema informatizzato capace di mettere in rete tutte le informazioni, dal fascicolo elettronico del paziente alla disponibilità di posti letto negli ospedali più vicini, così da agevolare i percorsi di cura, la logistica delle ambulanze e il lavoro degli operatori sanitari. Con una piattaforma digitale non avremmo più intoppi. Nelle more, ci servirebbe un grande patto di collaborazione e di tecnologia – chiosa -, la medicina del territorio, per esempio, ha un ruolo strategico per evitare gli accessi impropri in pronto soccorso. Basti pensare agli investimenti del Pnrr, con le case di comunità, dove andranno a confluire anziani, diabetici cronici, bronchitici: qui i medici di base potranno tamponare e stabilizzare i pazienti, evitando potenziali ingorghi”.
Con il Pnrr è stata prevista l’attivazione di 6 centrali operative territoriali (COT), pensate per trattare i pazienti che non hanno bisogno ricovero in ospedale. Agli altri verrà garantito l’unico elicottero in Puglia per gli interventi, disponibile per rispondere ai bisogni di un territorio orograficamente complesso. “Ora facciamo un grandissimo lavoro sporco, di grande responsabilità – racconta Colelli -, perché non è semplice gestire il paziente al telefono, con la gente che non ha molta pazienza quando sta male e vuole essere curata. Ma ci sono molte telefonate inutili. Ecco, queste andrebbero completamente eliminate”. Come? “Seguendo i pazienti con il principio della prossimità – conclude -, i medici di base in questo continueranno ad avere un compito decisivo”.
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