Ospite d’eccezione al Libro Possibile di Vieste, il conduttore di Report, Sigfrido Ranucci, scelto dalla Rai per sostituire Fazio la domenica sera. “È un atto di stima l’averci scelto per sostituire Fazio”. Ranucci ha poi parlato della nuova riforma sulla giustizia, bocciandola, e si è soffermato sulle difficoltà che si incontrano a fare giornalismo d’inchiesta. “È molto faticoso. Personalmente ho accumulato 172 querele e risarcimento danni, ho 105 milioni di richieste di risarcimento, e sto facendo una vita sotto scorta. Però c’è Report che mi ripaga di tutto”. Santanchè? “Deve dimettersi per rispetto soprattutto dei suoi colleghi senatori”.
Riguardo alle querele, Ranucci non è il solo ad essere bersagliato. Sono tanti i network investigativi che dicendo la verità sono subissati da denunce per aver colpito interessi particolari entrando nel cuore dei problemi.
L’unica difesa in Italia per coloro che vengono sorpresi dalla stampa con le mani nella marmellata è quella di scagliare la Magistratura contro i giornalisti, attraverso querele temerarie e richieste di risarcimento.
Un caso che investe anche l’Immediato, bersagliato di recente dalle querele “bavaglio” di gente come Luigi Ferro, Michele Pesante, Michele e Raffaele Fatone, Claudio Di Donna, Libera Scirpoli, Gianni Rotice e Mary Fabrizio. Addirittura quest’ultima si sente minacciata da una fotografia che lei stessa ha pubblicato sui social.
Querele temerarie che non fanno altro che affollare le aule giudiziarie del Tribunale di Foggia, gravato da numerosi procedimenti ben più rilevanti, con personale risicato e spazi insufficienti. Più volte il procuratore capo, Ludovico Vaccaro ha evidenziato le difficoltà del Palazzo di Giustizia locale, non in grado di gestire questa mole impressionante di processi.
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