Lo Stato si ferma davanti alla casa abusiva del sindaco di Manfredonia? Forse no. Anzi, qualcosa si sta muovendo attorno al fabbricato di proprietà di Gianni Rotice in viale dei Pini a Siponto. Stando ai bene informati, proprio domani alcuni enti preposti dovrebbero recarsi in zona per un sopralluogo. In realtà c’è poco da scandagliare visto che Rotice, a suo nome, chiese nel 2018 di legittimare, invano, il manufatto. Una vera e propria ammissione dello stato di illegalità della struttura.
Si tratta, infatti, di un abuso edilizio a tutti gli effetti come altri presenti a Siponto e già oggetto di analisi da parte della commissione d’accesso agli atti che nel 2019 sciolse per mafia il Consiglio comunale di Manfredonia. Tra le motivazioni c’erano anche i numerosi casi di abusivismo nel noto villaggio a due chilometri dalla città. I famosi “poderi”.
Il sindaco, pur conoscendo bene la situazione, non ne fece menzione nei giorni dello scandalo che travolse l’assessora Lucia Trigiani, costretta alle dimissioni dopo l’inchiesta di “Fuori dal Coro” su Rete 4 che sorprese la donna in una villetta abusiva.

Ma c’è di più, oltre alla struttura fuorilegge con annessa recinzione, a “villa Rotice” sono presenti anche lastre eternit per cui bisognerà fare molta attenzione già all’atto del sopralluogo. Nel frattempo, ribadiamo le domande già poste in precedenza: il dirigente comunale sarà mai in grado di emettere un’ordinanza di demolizione a carico del suo sindaco? Il prefetto di Foggia, Maurizio Valiante, molto sensibile al tema della lotta agli abusivismi, interverrà con azioni mirate? Il sindaco di Manfredonia – che ha fatto della legalità una parola d’ordine da sbandierare in trasmissioni tv e giornali amici – come farà a rientrare in Consiglio comunale pretendendo il rispetto delle leggi nei confronti dei suoi concittadini visto che lui stesso, in maniera certificata, possiede un immobile abusivo?
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