Ancora un colpo messo a segno dal reparto di polizia penitenziaria del carcere di Foggia, che questo pomeriggio ha sequestrato al detenuto P.G., 30 anni, originario del Barese, circa 50 grammi di hashish. Le indagini in corso appureranno con quale canale sia entrata la droga in carcere, anche se la grave carenza di personale denunciata da tempo dal Sappe, sindacato autonomo polizia penitenziaria, ha allargato le maglie dei controlli.
“Il detenuto in questione in carcere per omicidio con fine pena 2040 – fa sapere il Sappe -, era arrivato a Foggia dopo vari allontanamenti per motivi di ordine e sicurezza da parecchi penitenziari, ultimo quello di Lecce un paio di mesi fa. La brillante operazione fa seguito al ritrovamento di droga nella borsa di un infermiera dell’Asl in servizio presso il carcere di Foggia di qualche giorno fa, e di alcuni telefonini qualche settimana fa. Il Sappe vuole con questo comunicato rimarcare la grande professionalità, coraggio e sacrificio dei poliziotti di Foggia , i quali benché siano da mesi, se non anni, abbandonati dall’amministrazione penitenziaria centrale (Dap) continuano ad essere l’unico baluardo a difesa delle Istituzioni e della legalità all’interno del carcere. Infatti, nonostante l’evasione di 72 detenuti del 2020 che ha fatto scalpore in tutto il mondo, meno che nella nostra nazione, il Dap continua a non assegnare un comandante di reparto effettivo, con un dirigente che non ha alcun aiuto, alla stregua del carcere di San Severo”.
“Eppure a Roma sanno benissimo che con un organico di poliziotti congruo per gestire non più di 350 detenuti invece dei 600 attuali, non si può garantire nessuna sicurezza, controlli, rieducazione dei detenuti (parola vuota di cui tutti si riempiono la bocca). È mai possibile che mentre la malavita foggiana dimostra tutta la sua forza, lo Stato manda poliziotti, ma se ne frega di ciò che avviene nel carcere che deve gestire questi pericolosi delinquenti? Il Sappe come peraltro dimostrato, ritiene che una delle situazioni più temute di detenuti siano le perquisizioni straordinarie nelle ore e nei momenti più impensabili; tutto ciò avviene a Foggia? La risposta è no (se si esclude quella di routine che ogni mattina vede un numero minimo di poliziotti perquisire qualche stanza), poiché la carenza di personale consente appena di coprire questi posti indispensabili con i poliziotti costretti a gestire più posti di servizio fino alle 16 ore continuative”.
Poi il Sappe conclude: “Come pure il controllo concreto dei detenuti non può avvenire, poiché un poliziotto è costretto a gestire in molte ore della giornata più sezioni detentive contemporaneamente (vuol dire più di cento detenuti). Proprio per questo il Sappe lancia un ennesimo grido di aiuto che arrivi a tutte quelle autorità politiche, amministrative compreso il prefetto di Foggia e la procura foggiana, affinché ci sia un cambio di passo concreto, poiché la carenza di sicurezza e controlli potrebbe determinare situazioni molto drammatiche”.