“Nel Basso Tavoliere, la malavita cerignolana conferma la capacità di assoggettare il locale tessuto criminale nonostante la molteplicità degli interessi di riferimento”. Lo riporta la relazione semestrale della Dia, periodo primi sei mesi del 2022. “A Cerignola – si legge ancora -, la criminalità predatoria rappresenta un elemento di unione tra le organizzazioni attive nelle province di Foggia, BAT e Bari, generando così una intermedia dimensione delinquenziale tra micro e macro criminalità. Negli anni, le attività di contrasto eseguite dalle Forze di Polizia hanno confermato le ormai storiche attività predilette dai sodalizi cerignolani, nonché la loro capacità di evolvere rigenerandosi in modo strutturato, di infiltrarsi nei principali segmenti economico-finanziari e di dare continuità alle attività ed ai traffici illeciti in tutto il territorio nazionale ed anche estero”.
Gli investigatori della Dia ricordano l’inchiesta “Polifemo” conclusa congiuntamente da Arma dei Carabinieri e Polizia di Stato l’11 marzo 2022 con il fermo d’indiziato di delitto di 31 persone responsabili, in concorso, di tentata rapina, detenzione e porto illegale di armi da guerra, ricettazione e riciclaggio con l’aggravante prevista dall’art. 416 bis 1 c.p. “L’operazione, nel documentare la pianificazione di una rapina ai danni di un istituto di vigilanza della provincia di Brescia, ha individuato i componenti di un sodalizio avente connessioni con la criminalità organizzata cerignolana e con quella calabrese. Le complesse e articolate indagini hanno disvelato un ambizioso progetto criminale tra un soggetto riconducibile alla cosca di ‘ndrangheta Pelle-Gambazza di San Luca (RC) e un gruppo di pregiudicati cerignolani specializzati negli assalti a furgoni blindati e caveau legati, a vario titolo, ai clan Piarulli-Ferraro e Ditommaso. Tra gli indagati figurano anche esponenti del clan un tempo facente capo agli ex Romito di Manfredonia”.
Cerignolani da sempre specializzati nei furti d’auto: “È ormai acclarato – riporta la relazione – come il fenomeno dia origine ad una serie di attività illecite parallele spesso gestite in modo integrato, tali da conferire al fenomeno stesso un carattere pervasivo, ampio e trasversale in più territori. Diversi sono i gruppi di Cerignola dediti ai furti e alla cannibalizzazione di veicoli, le cui componenti sono spesso destinate al mercato clandestino della ricambistica usata”.
Reali siti
La Dia si sofferma anche sui “Cinque reali siti” dove “sembrerebbe confermata la supremazia del gruppo Gaeta di Orta Nova. Oltre agli stretti legami con la criminalità organizzata di Cerignola e Manfredonia, specie per quanto riguarda le attività predatorie, la particolare influenza criminale della consorteria è dovuta alle sinergie rafforzate da legami di parentela con la batteria foggiana Moretti-Pellegrino-Lanza. A Stornara (FG), invece, è stanziato il gruppo Masciavè, “vicino alla criminalità organizzata di Cerignola e dedito principalmente allo spaccio di sostanze stupefacenti, alle estorsioni ed allo smaltimento illecito di rifiuti. In quel territorio il sodalizio ha già da tempo raggiunto una capacità delinquenziale del tutto autonoma applicando il meccanismo della protezione-estorsione che, oltre a essere uno dei canali di arricchimento del gruppo, costituisce un efficace strumento per affermare il controllo del territorio esteso ai Comuni limitrofi ultraregionali. Sotto questo profilo – si legge ancora -, il monitoraggio di alcuni appartenenti al clan ha permesso di acquisire gravi indizi di colpevolezza compendiati in un’operazione eseguita dalla Polizia di Stato l’8 giugno 2022, i cui esiti hanno disvelato il coinvolgimento degli affiliati nel settore dei giochi e delle scommesse online, nonché la loro partecipazione all’assalto ad uno sportello automatico di una banca consumato nel 2019 a Bari. Riguardo a quest’ultima fattispecie di reato, l’efferatezza e l’abilità della consorteria si riscontra anche oltre i confini regionali e precisamente in Abruzzo, come documentato dall’arresto, eseguito dai carabinieri il 22 marzo 2022139, di un soggetto ‘vicino’ al gruppo Masciavè. Questi, pur essendo ristretto agli arresti domiciliari, ‘sfruttando la conoscenza del territorio abruzzese aveva fornito contributo materiale e morale al gruppo d’azione’ che, il 9 ottobre 2021, aveva compiuto un assalto uno sportello ATM in provincia di Chieti. Al riguardo rilevano anche i recentissimi esiti dell’operazione dei Carabinieri del 19 luglio 2022140 che hanno consentito di chiarire le perniciose attività illecite in Alta Irpinia del citato gruppo di Stornara”.
Rifiuti, agroalimentare e il “controllo dei supermercati”
Un fenomeno altrettanto preoccupante secondo la Dia “è quello connesso con la gestione del ciclo dei rifiuti nell’area del Basso Tavoliere. È del 24 febbraio 2022 l’operazione ‘Blackstop’ con la quale i carabinieri, nell’ambito del contrasto agli illeciti in materia ambientale, hanno evidenziato una continuativa attività di traffico di rifiuti ‘costituiti da circa 120.000 tonnellate di fresato d’asfalto, proveniente dai cantieri per il rifacimento del fondo stradale di circa 450 km di Strade in Puglia che sarebbero stati, secondo l’impostazione accusatoria, smaltiti illecitamente in località ignote o su fondi agricoli di proprietari compiacenti, senza aver ricevuto alcun trattamento che potesse consentire il riutilizzo dello specifico rifiuto, quale conglomerato bituminoso utile per asfaltare o, in alternativa, una volta inertizzato, quale materiale da riempimento, utile in campo edilizio o per attività di ripristino ambientale’. In tale ambito, si segnala anche la ripresa del fenomeno del traffico di ecoballe provenienti dalla Campania che appariva interrotto alla fine del 2020″.
“In tutta la provincia il business dell’agroalimentare rappresenta per la criminalità organizzata un efficace strumento per la sua affermazione nel territorio, interferendo così nel mercato immobiliare dei terreni agricoli e nella commercializzazione degli alimenti con il controllo delle catene di supermercati e il condizionamento del prezzo dei raccolti, nonché nella gestione dei trasporti e dello smistamento delle produzioni. In questo ambito, si inquadra la misura di prevenzione patrimoniale eseguita il 17 marzo 2022 con il sequestro dei beni di un pluripregiudicato cerignolano la cui storia criminale è da sempre incentrata sulla sofisticazione/adulterazione dell’olio di oliva, commercializzato in Italia ed all’estero, e sull’evasione fiscale. Il provvedimento scaturisce dalla proposta di applicazione di misura di prevenzione formulata dalla DIA, in forma congiunta con la Procura di Bari, il 29 ottobre 2021 ed ha interessato beni mobili e immobili, nonché rapporti finanziari per un valore complessivo di 1 milione e 600 mila euro”.
“Nella commercializzazione di carburanti ed alcolici, si evidenzierebbe una convergenza di interessi fra compagini locali ed organizzazioni di altre regioni e nazionalità, accresciuta anche dal progressivo incremento dei prezzi che ha reso il settore particolarmente vulnerabile alle infiltrazioni criminali e che ha favorito l’importazione del prodotto energetico dai Paesi europei con minore tassazione. Ne è conferma il decreto di sequestro preventivo, per un valore complessivo di circa 1 milione e 200 mila euro, eseguito dalla Guardia di finanza il 28 giugno 2022 a carico di 19 soggetti, di cui 11 originari della provincia di Foggia. Le risultanze acquisite nel corso delle indagini avrebbero evidenziato come nella città dauna e in provincia fosse radicato un sodalizio criminale, con ramificazioni estere, dedito al contrabbando di prodotti energetici ed alcolici che sarebbero stati commercializzati in evasione dell’imposta sul gasolio agricolo. Essendo stati individuati in Polonia alcuni terminali del sistema di frodetransnazionale è stata anche avviata una cooperazione con i collaterali inquirenti polacchi, agevolata dal coordinamento assicurato da Eurojust, che ha permesso di accertare come le società coinvolte nei traffici illeciti fossero prive delle strutture amministrative ed operative idonee alle dichiarate attività aziendali. Le stesse società “cartiere”, rette da prestanome, erano meramente strumentali al sistema di frode posto in essere e venivano utilizzate dai reali fornitori del prodotto illecito per l’emissione della documentazione falsa indispensabile per sottrarre all’accise i prodotti energetici ed alcolici introdotti nel mercato italiano. Tra i colpiti dalla misura in esame emerge un soggetto già destinatario di un provvedimento custodiale nell’ambito dell’operazione ‘Petrolmafie’ (2021) condotta dalla Guardia di finanza a carico esponenti della camorra e della ‘ndrangheta”.
Malavita straniera
Per quanto concerne la criminalità straniera “immutato rimane – stando alla Dia – l’interesse dei gruppi dell’Europa dell’est nell’induzione alla prostituzione e nei furti di rame. I ‘ghetti’ di Borgo Mezzanone nel Comune di Manfredonia e di Rignano Garganico, oltre al Gran Ghetto dei migranti di Torretta Antonacci a San Severo, rappresentano ambiti di vulnerabilità sociale con riflessi sull’ordine e la sicurezza pubblica. In queste aree, infatti, è persistente una situazione di diffusa illegalità caratterizzata da una costante presenza di delitti di varia natura (prostituzione, reati contro il patrimonio, caporalato, omicidi e/o ferimenti, incendi e spaccio di droga), talvolta di estrema gravità, in un quadro sociale caratterizzato da precarie condizioni alloggiative”.
“Da non sottovalutare in Capitanata il crescente fenomeno della tratta degli esseri umani che vede l’Italia Paese di attivo e di transito, nonché ‘porta d’ingresso’ per altre destinazioni. Al riguardo, ‘l’analisi dei flussi migratori illegali che interessano il territorio nazionale negli ultimi anni evidenzia il consolidarsi della rotta del mediterraneo orientale che vede i migranti iracheni, afgani, iraniani e siriani partire generalmente dalla Turchia per poi giungere sulle coste della Puglia, della Calabria Jonica e della Sicilia orientale per lo più utilizzando imbarcazioni da diporto’, come emerge nel provvedimento di fermo di indiziato di delitto eseguito dalla Polizia di Stato il 28 maggio 2022 nei confronti di due soggetti di nazionalità straniera i quali, avvalendosi di mezzi di trasporto terresti e navali, hanno agevolato l’accesso illegale di soggetti stranieri nel territorio italiano”.
Infine, i gruppi africani, “la cui presenza – si legge – è divenuta significativa nel territorio, operano preliminarmente nell’induzione e nello sfruttamento della prostituzione, nell’immigrazione clandestina, nel traffico di sostanze stupefacenti e nel caporalato”. Mentre “i sodalizi albanesi, diffusamente presenti nel territorio provinciale, sono attivi nel settore del traffico transnazionale di sostanze stupefacenti e di armi, facilitati dalla vicinanza delle coste schipetare e dalla peculiare conformazione geografica del Gargano”.
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