Cerignolani “maestri” degli assalti ai caveau e specializzati nel traffico di cocaina. L’ordinanza “Cocktail”, 687 pagine di ricostruzioni e intercettazioni, mette il timbro sul “core business” della malavita del Basso Tavoliere da sempre improntata sulla gestione degli affari. Niente bombe, pochi omicidi, ma giro di soldi milionario.
Sono 24 gli uomini fermati (22 in carcere, uno ai domiciliari e un’interdizione) nella maxi operazione di Dda, Arma dei Carabinieri e Guardia di Finanza. Tra i reati il narcotraffico, il furto nei caveau, la detenzione di armi, il tentato omicidio e la corruzione.
Spicca il nome di Arcangelo Brandonisio alias “lo sfregiato”, 62 anni, nato a Cerignola coinvolto nello storico processo degli anni ’90 “Cartagine” ed elemento di primo piano del clan Piarulli. Stando alle carte dell’inchiesta, gip Rinaldi, Brandonisio sarebbe un importante fornitore di cocaina, affiancato dal suo referente storico e uomo di fiducia Vincenzo Fratepietro, 53 anni, anche lui arrestato nel blitz. Gli inquirenti ricordano “il ruolo di Brandonisio nella criminalità organizzata cerignolana”, già condannato in ‘Cartagine’. “Secondo uno schema operativo simile a quello rilevato nella presente indagine, anche nell’operazione ‘Cartagine’ Brandonisio rappresentava un fornitore di elevato spessore criminale che operava normalmente attraverso il suo braccio destro Fratepietro salvo intervenire direttamente con la propria capacità intimidatoria nei confronti degli acquirenti morosi”.
Altro personaggio molto influente sarebbe il 67enne cerignolano Antonio Todisco, indicato nell’ordinanza con la figura di “capo e organizzatore”. L’uomo si sarebbe occupato delle fasi di approvvigionamento di droga dai suoi fornitori stabili, ma anche di custodia, taglio, confezionamento e successiva consegna dello stupefacente agli acquirenti del sodalizio per la rivendita nei mercati locali.
Altrettanto rilevanti ed apicali nel narcotraffico Savino Zagaria, Fabio Natale Tressante, Vincenzo Tarricone, Gazmir Gorovelli e Walter Dimmito, tutti di Cerignola.
Il gruppo criminale, a parere degli inquirenti, avrebbe spacciato droga nei territori di Lesina, Foggia, Stornara, Stornarella e nella provincia di Brindisi.
Tra Foggia e Sacra corona unita
L’operazione “Cocktail” scaturisce da una “costola” dell’operazione del 2018 “Decima Azione” contro la mafia foggiana. “L’odierno procedimento costituisce uno stralcio nella parte in cui ha rivelato il ruolo egemone di Savino Zagaria nel traffico di sostanze stupefacenti – riporta il gip – ed i suoi collegamenti con la criminalità organizzata foggiana”. Infatti, Zagaria ed altri uomini tra cui Antonio Salvatore detto “Lascia Lascia”, membro del clan Sinesi-Francavilla di Foggia vennero arrestati per il tentato furto al caveau della “Loomis” di Chiasso in Svizzera, episodio che rappresenta uno dei filoni principali di “Cocktail”.
Nelle carte spuntano inoltre riferimenti alla Scu, la Sacra corona unita, potente organizzazione criminale del Sud della Puglia. In un’intercettazione Tressante, parlando di chili di droga, fa riferimento a due quaderni molto pericolosi. “Quello piccolo è pericoloso ma quello grande era ancora più pericoloso. In questo quaderno… di questo zainetto tenevo due lettere… sono delle lettere che ci hanno portato a me e alla persona che sta insieme con me a società… ci hanno portato a questo e che sono le lettere di un boss della Sacra corona unita di Brindisi che si conosce con il socio mio… e io dovevo rispondere a queste lettere e ce le dovevo mandare, non via posta tramite un’altra persona che andava a fare i colloqui a Brindisi, nel super carcere di Brindisi che le doveva portare a questo in nostra risposta…”.
Contatti anche con il clan Masciavè di Stornara: “I dialoghi captati hanno documentato la pretesa avanzata da Masciavè e in seguito assecondata, mediante la maggiorazione del prezzo degli stupefacenti, di ottenere una percentuale a titolo di ‘pizzo’, al fine di consentire a Fabio Ferrara (uno degli arrestati) di gestire la propria piazza di spaccio a Stornara e Stornarella. Emblematica in tale contesto – si legge ancora nell’ordinanza – è la proposta avanzata da Tressante a Riccardo Masciavè (non coinvolto nell’inchiesta, ndr), alla presenza di Ferrara, dopo averne discusso con Todisco di suddividere la piazza di spaccio di Stornara: ‘Ma la piazza dividetela tutti e due… da qua a qua sto io… da là a là sto io come stiamo noi a Cerignola’. Nella circostanza Masciavè ha rivelato: ‘Tonino lo sa perché siamo compagni… non lo so se ti ha spiegato siamo amici proprio… io sto facendo così, non vengo a schiacciare i piedi a lui… però stiamo qua, permetti che mangiamo tutti quanti?“.
Le presunte soffiate del carabiniere
L’inchiesta “Cocktail” tira in ballo persino un carabiniere, il 48enne cerignolano Biagio Bellapianta, sospeso dal servizio per i presunti favori all’organizzazione malavitosa della città. “Nella sua qualità di pubblico ufficiale in quanto appuntato scelto dei carabinieri in servizio presso la Stazione di Melfi” – riporta l’ordinanza -, avrebbe “compiuto atti contrari ai suoi doveri di ufficio” rivelando “notizie a lui note” sulle indagini riguardanti il furto di autovetture ai danni di un’azienda lucana e gli accertamenti sulla contraffazione dei numeri di telaio e successiva vendita di auto rubate. Stando all’inchiesta, il militare avrebbe ricevuto da Tressante “somme indebite di denaro nell’ammontare complessivo di almeno 1.500 euro”.
In una conversazione intercettata, Giuseppe De Feudis, 38enne cerignolano, anche lui tra gli arrestati riferiva a Zagaria: “Metti 3mila euro gli dobbiamo dare a quello, a Biagio il carabiniere”.
Durante l’operazione sono stati sequestrati un milione e 200mila euro in contanti: 447mila euro sono stati scoperti in una cassaforte murata all’interno di una parete, 775mila in una cassetta di sicurezza custodita in una banca di Cerignola.
“La criminalità cerignolana non si manifesta con bombe o omicidi clamorosi come succede a Foggia, ma con la gestione degli affari”. Così il procuratore aggiunto di Bari, Francesco Giannella, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta a Bari sull’operazione “Cocktail”.
“Al procuratore della Dda Roberto Rossi ed al comandante provinciale dei carabinieri di Foggia Michele Miulli rivolgo le espressioni di grande compiacimento per l’incessante ed encomiabile lavoro svolto, reso tangibile dai brillanti risultati investigativi conseguiti nell’operazione odierna”. Lo ha dichiarato in una nota il prefetto di Foggia Maurizio Valiante. “È un successo investigativo frutto dello straordinario lavoro che la magistratura e le forze di polizia mettono in campo quotidianamente ed a cui rivolgo il mio ringraziamento e apprezzamento per le efficaci attività di prevenzione e contrasto mirate al ripristino della legalità in un contesto particolarmente esposto alle influenze criminali”.
Tutti i nomi
Carcere per Leonardo Amoruso, 60enne di Lesina, Arcangelo Brandonisio, 62enne di Cerignola, Antonio Calvio, 48enne di Cerignola, Cosimo Candita, 57enne di San Pietro Vernotico (Brindisi), Giuseppe Claudio De Feudis, 38enne di Cerignola, Roberto Dello Russo, 43enne di Terlizzi, Massimiliano De Marco, 52enne di San Pietro Vernotico, Walter Dimmito, 52enne di Cerignola, Fabio Ferrara, 32enne di Stornarella, Vincenzo Fratepietro, 54enne di Cerignola, Gazmir Gorovelli, 48enne di Cerignola, Daniele Leuzzi, 49enne di San Pietro Vernotico, Francesco Russo, 48enne di Cerignola, Matteo Russo, 34enne di Cerignola, Leonardo Sciusco, 53enne di Cerignola, Pasquale Sciusco, 55enne di Cerignola, Gianfranco Specchio, 49enne di Cerignola, Vincenzo Tarricone, 42enne di Cerignola, Antonio Todisco, 67enne di Cerignola, Fabio Natale Tressante, 45enne di Cerignola, Stefano Valentino, 53enne di Cerignola e Savino Zagaria, 55enne di Cerignola. Domiciliari per Francesco De Filippis, 49enne di Cerignola e sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio di carabiniere per il 48enne Biagio Bellapianta di Cerignola.