Scacco matto agli affari abruzzesi del clan Moretti-Pellegrino-Lanza della “Società Foggiana”. Il blitz di Dda e Guardia di Finanza ha smantellato il business criminale a Pescara attraverso arresti, sequestri ed una raffica di perquisizioni. Tra le persone coinvolte spicca il 45enne Giovanni Putignano detto “Casper” originario di Torremaggiore e punto di riferimento dei “morettiani” nell’Alto Tavoliere ma soprattutto Anna Rita Moretti, 44enne figlia dello storico capomafia Rocco Moretti detto “il porco” e sorella di Pasquale entrambi detenuti al 41bis. La donna, anche lei già nota agli inquirenti, venne intercettata anni fa mentre parlando con il padre si rammaricava di non poter guidare il clan in quanto donna. Oggi, però, stando alla recente indagine, sembra ricoprire un ruolo chiave nell’organizzazione lungo l’asse Foggia-Pescara.
Secondo l’impianto accusatorio e sulla scorta delle intercettazioni, il clan spaventava le vittime attraverso messaggi dal chiaro contenuto minatorio: “Sfondo il cancello ed entro a prendermi i soldi”, ma anche con aggressioni fisiche, armi da taglio e persino chiudendo il parente di un imprenditore in un cofano come nei gangster movie.
In carcere, oltre a Moretti e Putignano, sono finiti Angelo Falcone, 35enne di San Severo, residente a Pescara e Luciano Russo, 33enne foggiano. Domiciliari per Leonardo Mainiero, 34enne foggiano, Vincenzo Pio Capobianco alias “Pipino”, 32enne foggiano residente a Montesilvano, Giovanni Marasco, 46enne foggiano e Alessandro Marasco, 44enne anche lui di Foggia.
Usura e interessi record
Nel mirino del gruppo c’erano varie attività pescaresi e, in particolare, una famiglia di imprenditori attiva nel settore della ristorazione. Stando alle carte dell’inchiesta, il clan avrebbe minacciato le vittime avanzando richieste esose con i propri strozzini. Le vittime, parlando dei pagamenti dovuti al clan, affermarono: “Ma questo qua proprio lo dovevi pagà frà… Proprio lu peggio cristiane sopra alla faccia della terra! Lu pegge! Non stiamo parlando tra cristiani che tengono un cervello, stiamo parlando con un animale. Frà è proprio i cani… i peggio cani che esistono sopra alla faccia della terra. Ma è pazzo… sai che è… è uno ignorante che proprio non capisce… ha problemi mentali proprio…”.
E ancora: “Questo è uno di quelli che avanzava… non lui… un amico suo… 18mila euro da N.… mò che è sparito… sai che ha fatto? Non si è scombinato per niente… è andato a casa del fratello gli ha detto ‘puoi scendere un attimo?’… l’ha chiuso dentro al cofano… l’ha portato in campagna e si è fatto mandare i soldi da N… non erano cazzi suoi… pensa un po’ che persona è questo qua. Il più pericoloso che sta a San… No…. nella provincia di Foggia… il più pericoloso!“.
Bersaglio del clan anche un imprenditore nel campo dei veicoli. Il gruppo criminale avrebbe erogato prestiti monetari di circa 200mila euro pretendendo interessi usurari pari anche al 200% su base mensile e da ultimo la restituzione di somme di denaro pari complessivamente a circa 1,2 milioni di euro. Prestiti ed interessi record anche a carico di una lavanderia. 120 rate mensili pari a 2500 euro per ciascun mese con tasso usurario del 23,86% su base annua.
Le minacce della figlia del boss
La Moretti avrebbe posto in essere “atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere alcune vittima a continuare i pagamenti pretesi in adempimento del rapporto usurario, non riuscendo nel suo intento per causa indipendente dalla propria volontà (in virtù del rifiuto comunque opposto dalle persone offese), profferendo minacce attraverso messaggi telefonici: “Buongiorno…. comunque di serietà zero! Cioè mi avete fatto venire fine qua a Pescara lu cristiane non se fatte truvà! Va bene così, lasciamo il mondo come sta… mè me la sbrigo diversamente! Accuminze ad accucchià i solde pì l’avvucate, eh? Che io sfunne ‘u cancille e trase e mi venghe a piglià… ‘u furgone… riferite questo pure a vostro marito…”. E ancora: “Mi avete fatto fare Foggia-Pescara a vuoto perché è umanamente impossibile che tu non sai un cazzo… Diccill ca quande lu vide i spacche i corne hai capito o no? No che si mette isse la fasce ‘n fronte”.
Occhiali griffati e Ferrari California
Alcuni indagati sono inoltre accusati di aver venduto sulla piazza circa mille paia di occhiali di varie marche (Dior, Gucci, Fendi, D&G e molte altre) del valore complessivo di 120mila euro provento del furto commesso al negozio “Ottica del Teatro” in via Solis a San Severo.
Il clan controllava, inoltre, una società “Compro Auto e Moto” impartendo le direttive imprenditoriali all’amministratore della società che era costretto a lasciare ai Moretti i ricavi delle vendite di auto. Alcuni veicoli erano inoltre “a disposizione della mafia foggiana – si legge nelle carte dell’inchiesta -: tra questi una Bmw M6 rivenduta da Angelo Falcone (uno degli indagati) per 70mila euro, una Ferrari California, una Audi RS 6 e una Audi S1 riconducibile alla figura apicale dell’associazione di tipo mafioso Anna Rita Moretti”.