“Con il crollo della produzione pugliese (-52%) a causa della siccità e dei cambiamenti climatici è venuta a mancare 1 bottiglia su 2 di olio extravergine Made in Puglia, mentre l’esplosione dei costi ha avuto un impatto pesante sui bilanci delle aziende, colpite dagli aumenti record dei costi di produzione legati alla guerra in Ucraina”. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti Puglia su dati Ismea diffusa in occasione del rientro sulla terra dopo mesi di permanenza in orbita dei campioni di olio extravergine di oliva italiano su iniziativa di Agenzia Spaziale Italiana e Crea, in collaborazione con Coldiretti e Unaprol.
La produzione della Puglia nel 2022 – riferiscono Coldiretti Puglia e Unaprol – è crollata a circa 86 milioni di chili, in netta diminuzione rispetto alla campagna precedente con il cambiamento del clima che ha tagliato i raccolti. In questo scenario i costi delle aziende olivicole – evidenziano Coldiretti e Unaprol – sono aumentati in media del 50% e quasi 1 realtà su 10 (9%) ha lavorato in perdita con il rischio di chiusura, secondo i dati Crea.
Gli italiani usano in media 8 chili a testa di olio extravergine di oliva e ogni famiglia spende in media 117 euro all’anno per acquistare olio d’oliva che è anche l’alimento più popolare sulle tavole nazionali, addirittura più di pane e pasta, utilizzato da oltre il 97% degli italiani nell’ultimo anno, secondo un’analisi di Coldiretti sui dati Istat sugli stili alimentari con una crescente attenzione verso il prodotto di qualità che ha favorito la nascita di corsi e iniziative come la Fondazione Evo School di Coldiretti che forma gli esperti dell’olio del ventunesimo secolo. Per quel che riguarda i consumi interni – evidenzia Coldiretti – resta forte la propensione all’acquisto all’interno delle grandi catene commerciali ma cresce la tendenza all’acquisto diretto dalle aziende agricole e dai frantoi.
“Diffondere la cultura dell’olio extravergine di oliva fra i consumatori e supportare la crescita continua della filiera dell’olio è il nostro obiettivo – spiega il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia – perché i consumatori sono affamati di informazioni e conoscenza sul mondo dell’olio. In Puglia aziende agricole e frantoi hanno saputo cogliere gli spunti positivi offerti dal mondo del vino, abile nell’attività di marketing e di grande promozione delle etichette pugliesi a livello nazionale e internazionale. Da qui stanno nascendo sale di degustazione all’interno delle aziende olivicole e dei frantoi, il packaging sta divenendo sempre più ammiccante, sta salendo il livello qualitativo degli oli”, tiene a precisare Muraglia.
Con l’82% degli italiani che cerca prodotti Made in Italy per sostenere l’economia ed il lavoro del territorio, il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, guardare con più attenzione le etichette e acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di acquistare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche positive.
Nel 2022 la spesa degli italiani per l’olio extravergine d’oliva è comunque aumentata del 7,5% nei dodici mesi dell’anno rispetto allo stesso periodo del 2021, secondo un’analisi Coldiretti su dati Ismea Ac Nielsen. Non a caso l’Italia – precisa Coldiretti – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo con circa 480 milioni di chili, subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondo elaborazioni Coldiretti sugli ultimi dati IOC (International oil council).
Anche all’estero sono balzate del +33% in valore le vendite di olio d’oliva Made in Puglia nel mondo da gennaio a settembre 2022 – aggiunge Coldiretti Puglia – nonostante i cambiamenti climatici che pesano sulla produzione regionale e le tensioni internazionali legate alla guerra in Ucraina.
L’Italia – precisano Coldiretti e Unaprol – è fra i primi tre maggiori consumatori di olio extravergine di oliva al mondo subito dopo la Spagna e prima degli Stati Uniti e rappresenta il 15% dei consumi mondiali secondi elaborazioni Coldiretti e Unaprol sugli ultimi dati IOC (International oil council).
Il consiglio della Coldiretti è quello di diffidare dei prezzi troppo bassi, acquistare extravergini a denominazione di origine Dop e Igp, quelli in cui è esplicitamente indicato che sono stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane o di comperare direttamente dai produttori olivicoli, nei frantoi o nei mercati di Campagna Amica dove è possibile assaggiare l’olio EVO prima di comprarlo e riconoscerne le caratteristiche.
L’ulivo in Puglia è presente su oltre 370mila ettari di terreno coltivato, con 5 oli extravergine DOP e 1 IGP Olio di Puglia. L’olivicoltura pugliese è la più grande fabbrica green del Mezzogiorno d’Italia – ricorda Coldiretti Puglia – con 60 milioni di ulivi, il 40% della superficie del Sud, quasi il 32% nazionale e l’8% comunitaria ed un valore di 1 miliardo di euro di PLV (Produzione Lorda Vendibile) di olio extravergine di oliva.
La coltivazione dell’olivo è la più estesa del territorio regionale (64% della superficie agricola utilizzata regionale) ed interessa ben 148.127 aziende (43% del totale). Un patrimonio minacciato dai cambiamenti climatici – aggiunge Coldiretti Puglia – dalle oscillazioni produttive e dall’emergenza Xylella che ha intaccato il patrimonio olivicolo di Lecce, proseguendo indisturbata il cammino di infezione a Brindisi, Taranto e arrivando fino alla provincia di Bari.
A livello regionale e nazionale vanno programmate e realizzate campagne quinquennali di comunicazione, strutturali e adeguatamente finanziate, che promuovano – dice Coldiretti Puglia – in maniera strategica e coordinata il prodotto simbolo della Puglia, l’olio extravergine di oliva. Ma è importante lavorare anche sull’internazionalizzazione per sostenere le imprese che vogliono conquistare nuovi mercati e rafforzare quelli consolidati – conclude Coldiretti Puglia – valorizzando il ruolo strategico dell’ICE e con il sostegno delle ambasciate.
Un olio extravergine di oliva di qualità – conclude Coldiretti Puglia – deve essere profumato all’esame olfattivo deve ricordare l’erba tagliata, sentori vegetali e all’esame gustativo deve presentarsi con sentori di amaro e piccante, gli oli di bassa qualità invece puzzano di aceto o di rancido e all’esame gustativo sono grassi e untuosi. Riconoscere gli oli EVO di qualità significa acquistare oli ricchi di sostanze polifenoliche antiossidanti fondamentali per la salute.