“Solo due operatori socio sanitari aggiunti al dipaetimento di Cardiologia universitaria non bastano. La pianta organica non è idoneo. Come si fa ad aprire un niovo reparto rosicando dallo stesso personale?”. Lo denuncia il C.I.A. (Collettivo infermieri autonomo) del Policlinico “Riuniti” di Foggia.
“Spesso siamo da soli in turno – proseguono nella lettera di denuncia – un solo oss tra Cardiologia, Utic ed Emodinamica. Ci autodenunciamo. Questa situazione è diventata insostenibile. Tutti sanno, ma ci rispondono: ‘Dovete pazientare’. ‘Arriveranno gli oss’. Questo è il ritornello nel dipartimento di Cardiologia. Su 24 pazienti in Cardiologia, più gli 8 pazienti (spesso oltre e più, anche fino a 13 pazienti bis) in Unità Coronarica cosiddetta Utic, più la bolla Covid (in UTIC) con disponibilità di degenza fino a 6 posti letto e l’Emodinamica aperta 24 ore su 24, ora si pensa anche ad una apertura ‘riabilitativa’ con discusse pressioni mediche interne da trasformare in un reparto di post intensiva o altro, senza garantire il numero legale di personale che compete ma attingendo qua e là da un personale già carente e sotto stress. La pianta organica non viene rispettata. I sindacati non intervengono ma delegano tutta la responsabilità agli organi di vigilanza e alla direzione sanitaria e strategica. Ora ci allontanano ma dimenticano che, quando gli facevamo comodo, gli stessi sindacati ci avvicinavano e agganciavano internamente (con nuove iscrizioni e votazioni alle elezioni RSU), ed ora accusiamo la forzatura di essere imballati in un sistema corporativo dal quale diventa difficile cancellarsi, ma non impossibile”.
Poi aggiungono: “Diteci voi se un oss in Cardiologia ed uno tra UTIC (Terapia Intensiva Cardiologica) ed Emodinamica, (divisi su vari piani 4°-5°), può sostenere il fabbisogno assistenziale di tutti i degenti. È inevitabile che si finisce per trascurare il malato. Poi l’impiego dell’Oss diventa anche inappropriato lasciando scoperto il reparto. Non c’è forse la ‘squadra’ o il personale (non oss) addetto per questo? Andare a prendere i farmaci, portare i camici dell’emodinamica fuori reparto a farli sterilizzare, pulire i magazzini, chiudere cartoni ecc. Trascurando in reparto i campanelli, il giro letti, il cambio pannoloni e rimandando aiuti assistenziali ed igienici di ogni genere. Non c’è ancora la cultura dell’Oss proprio tra chi dirige. Comandati da figure fuori- turnistiche infermieristiche che svolgono attività d’ufficio, invece di lavorare con altri in corsia. Ma soprattutto non si garantisce il minimo di personale così come da pianta organica regionale. E dobbiamo dare ragione ai nostri infermieri quando spesso li sentiamo parlare di demansionamento. Spesso si litiga anche tra di noi: ‘Questa situazione giace da troppo tempo senza soluzioni’. La colpa non è solo nostra. Ecco perché ci autodenunciamo, per il bene di chi dovrebbe essere assistito con il numero di personale oss distribuito in giusta proporzione così come prevede la pianta organica in Cardiologia, Utic, bolla Covid, Emodinamica, Ambulatori di cardiologia, Medicina dello sport e prossima apertura della Riabilitazione Cardiologica”.
“Gli uffici di direzione sanitaria e Sios che smistano il personale Oss (operatore socio sanitario) non possono rifugiarsi in una crisi di personale, perché la regione Puglia ha indetto il ‘concorsone’ degli operatori socio sanitari e, dopo l’era pandemica, molti oss continuano a sostare in reparti lì dove ormai la mole di lavoro si è ridotta del 90 per cento. Pertanto ‘nascondere’ il personale lì dove non dovrebbe esserci, può prefigurare un illecito a danno di tutto il Dipartimento Universitario Cardiologico del Policlinico Riuniti di Foggia. E per finire non bisogna mai sottovalutare la legge 81/08, o Testo Unico sulla sicurezza, che regola la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro, che nel nostro caso è stata sottovalutata o addirittura violata. Oltre a quanto detto sopra, parliamo delle finestre chiuse dei pazienti Covid e dei reparti nei quali la chiave non è messa a disposizione in ogni bacheca al personale, ma si arriva al tanfo insopportabile durante l’igiene. Finestre sempre chiuse senza areare o sanificare – concludono -, con aumento di microrganismi patogeni e ‘batteri alert’ come lo Streptococcus e la Klebsiella pneumoniae, l’Escherichia Coli ecc. (Forse qualcuno non ha ancora capito che gli aeratori sono inefficienti). E vogliamo parlare dei sollevatori mal funzionanti o fuori uso? Siamo persone e aiutiamo i malati, dateci almeno i numeri per farlo”.
La replica della direzione
“La Direzione Sanitaria e il Sios (Servizio infermieristico e ostetrico) del Policlinico di Foggia hanno elaborato un piano per l’inserimento graduale di nuovi operatori nella Struttura complessa di Cardiologia universitaria, che a regime, secondo le indicazioni regionali, avrà 36 posti letto di Cardiologia e 8 di Utic (Unità terapia intensiva cardiologica)”. La Direzione Sanitaria del ‘Policlinico Foggia’ risponde così ad un recente comunicato del Collettivo infermieri autonomo, nel quale viene riportata una rivendicazione di alcuni oss.
“Due operatori sociosanitari – sottolinea la Direzione Sanitaria – sono entrati in servizio nelle scorse settimane e il 16 febbraio ne arriveranno altri cinque. In più è prevista la nuova assunzione di cinque ausiliari che potenzieranno l’attività assistenziale dell’Unità operativa. Per quanto riguarda i reparti che sono stati maggiormente impegnati durante la pandemia la Direzione Sanitaria e il Sios hanno avviato da tempo la riorganizzazione delle attività e hanno ricollocato parte del personale di comparto (infermieri, oss e ausiliari) in altre unità operative. A proposito dell’aerazione è bene ricordare che le finestre sono chiuse per ragioni di sicurezza, ma all’occorrenza possono essere aperte per arieggiare le stanze. Tutti i letti, inoltre, sono elettrici e facilitano le operazioni di assistenza ai pazienti. Per questo – concludono dal Riuniti – sono a disposizione del personale due sollevatori e un roller, un tappeto per lo spostamento del paziente dal letto alla barella”.