
Sta per entrare nel vivo il processo “Omnia Nostra”. Alla sbarra 45 persone tra presunti padrini, sodali, colletti bianchi e persino politici al soldo del clan. Il procedimento penale è scaturito dal maxi blitz del dicembre 2021 contro il clan Lombardi-Scirpoli, egemone a Manfredonia, Macchia, Mattinata e Vieste e rivale dei montanari Li Bergolis-Miucci-Lombardone. Fra gli imputati spiccano Matteo Lombardi, Francesco Scirpoli e Marco Raduano, indicati dai pentiti come i boss dell’organizzazione, tutti già detenuti per altre vicende.
Il processo, intanto, si è sdoppiato tra chi ha scelto l’abbreviato e chi ha optato per il rito ordinario. Riguardo all’abbreviato, in corso nell’aula bunker di Bitonto davanti al gup, c’è stato uno slittamento. Nelle scorse ore dovevano tenersi 5 interrogatori, ma tra rinunce e concomitanze con altri processi per alcuni imputati, non si sono tenuti. L’udienza è stata dunque rinviata a febbraio e si celebrerà in via Dioguardi a Bari, aula D. Saranno sentiti tre imputati ed è prevista la requisitoria dei pm.
Nel Tribunale di Foggia, invece, per il rito ordinario, c’è stata la costituzione delle parti e l’acquisizione della memoria del pubblico ministero. Prossimo appuntamento a metà febbraio.
A dibattimento (rito ordinario), 26 dei 45 imputati, tra questi il boss Matteo Lombardi, 52 anni detto “A’ Carpnese”, il figlio 31enne Michele “U’ Cumbarill”, Pietro La Torre, 40 anni alias “U’ Muntaner” o “U’ figlie du poliziot”, il 49enne Mario Scarabino alias “Zio Mario”, il 40enne Francesco Scirpoli detto “Il lungo”, capoclan per la frangia di Mattinata e il 50enne Leonardo D’Ercole, presunto riferimento dell’organizzazione nel “feudo” di Macchia, frazione di Monte Sant’Angelo.
Rito abbreviato, invece, con sconto di un terzo della pena, per i restanti 19 imputati, tra questi il capoclan di Vieste, Marco Raduano alias “Pallone” o “Woolrich”, 39 anni, i fratelli mattinatesi Antonio e Andrea Quitadamo detti “Baffino”, 47 e 33 anni, entrambi collaboratori di giustizia da pochi mesi e Pietro Rignanese, 38 anni. Abbreviato anche per Adriano Carbone, 51enne consigliere comunale di Manfredonia.
Tutti i nomi e i riti scelti
A giudizio con l’abbreviato secco, 19 imputati: Luciano Caracciolo, Adriano Carbone, Lorenzo Caterino, Leonardo Ciuffreda, Danilo Della Malva detto “U’ Meticcio” (pentito), Giuseppe Della Malva, Raffaele Fascione, Giuseppe Pio Impagnatiello alias “Zuridd”, Antonio La Selva detto “Tarzan” (pentito), Francesco Notarangelo alias “Natale”, Alexander Thomas Pacillo detto “U’ Ciaciut”, Antonio Quitadamo “Baffino” (pentito), Andrea Quitadamo “Baffino jr” (pentito), Marco Raduano detto “Pallone”, Pietro Rignanese, Giuseppe Sciarra, Moreno Sciarra, Giovanni Surano detto “Lupin” (pentito) e Antonio Zino.
Tra gli imputati figura anche un latitante, il 29enne viestano Gianluigi Troiano per cui è stato rigettato il giudizio abbreviato e su cui c’è il sospetto degli inquirenti che stia portando avanti gli affari del clan.
Andranno a dibattimento (rito ordinario) 26 persone: Michele Bisceglia, Pasquale Bitondi, Luigi Bottalico detto “Pazziarill”, Alessandro Coccia, Leonardo D’Ercole, Michele D’Ercole, Emanuele Finaldi alias “Martufello”, Vittorio Gentile, Sebastiano Gibilisco, Raffaele Greco, Hechmi Hdiouech, Giuseppe Impagnatiello detto “Spaccatidd”, Pietro La Torre, Pasquale Lebiu, Catello Lista detto “Lino”, Matteo Lombardi, Michele Lombardi, Umberto Mucciante, Massimo Perdonò, Bruno Renzulli, Mario Scarabino, Francesco Scirpoli, Salvatore Talarico, Gaetano Vessio, Angelo Bonsanto e Gianluigi Troiano (latitante).
Le parti civili
Si sono costituiti parte civile i Comuni di Vieste, Mattinata, Monte Sant’Angelo e Manfredonia, la Camera di Commercio di Foggia, la Fai nazionale e la Fai di Vieste. Tra i reati contestati ai 45 imputati spiccano quelli per associazione mafiosa, le estorsioni, gli omicidi, i tentati omicidi e il traffico di droga. (Nella foto in alto, un’immagine tratta dal video della retata; nel riquadro, Matteo Lombardi, Michele Lombardi, Francesco Scirpoli, Marco Raduano e Mario Scarabino; sotto, Pietro La Torre, Angelo Bonsanto, Antonio Quitadamo, Andrea Quitadamo e Danilo Della Malva)
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