Non ci sta il consigliere regionale Sergio Clemente alla decisione presa dai capigruppo della maggioranza emilianista di porre fuori dal governo regionale i tre neo consiglieri di Azione di Carlo Calenda.
“È singolare che a tre consiglieri regionali come Fabiano Amati, Ruggiero Mennea e il sottoscritto sia chiesto un ‘sussulto di chiarezza’, mentre si permettono posizioni ambivalenti ad altri eletti che sono in maggioranza solo perché accasati e affezionati alla poltrona”, osserva il politico foggiano entrato in Consiglio regionale con i Popolari e poi transitato per un breve periodo nel gruppo dell’assessore Sebastiano Leo, Per la Puglia.
“Nessuno ha preteso chiarezza dai 5stelle, che hanno fatto ben due campagne elettorali contro il presidente Emiliano e altre decine nei territori – continua il consigliere -. Perché chi ha collezionato voti rischiando di far perdere il centrosinistra, senza mai sottoscrivere nessun patto, è dentro la maggioranza e si esprime con i capigruppo e noi che abbiamo sempre accresciuto il consenso della nostra parte politica, rimasta sempre la stessa ad ogni competizione elettorale, siamo trattati come reietti? Respingiamo al mittente la dichiarazione dei capigruppo emilianisti. Il nostro elettorato ha votato per Michele Emiliano e non ci sposteremo dalle nostre idee e dai nostri programmi”.
Intanto l’ambiguità di Azione che alle Provinciali è neutrale tra Nicola Gatta e Giuseppe Nobiletti e che ribolle per la costruzione del partito unico registrando i malumori di chi era iscritto da prima come Triventi o lo stesso ex parlamentare Nunzio Angiola, sta favorendo nei Comuni il rafforzamento dei civici di Rosario Cusmai e Pino Lonigro che stanno avendo diverse riunioni per le prossime elezioni a Palazzo Dogana del prossimo 29 gennaio.
Per Lonigro l’appuntamento delle provinciali è solo il primo passo verso una larga coalizione per il Comune di Foggia, che con la “sicura vittoria di Nobiletti”, come specifica, non potrà che vedere emilianisti, Pd, M5S e sinistra alleati. Smentite le indiscrezioni secondo cui i pentastellati di Rosa Barone e Mario Furore spingerebbero al tavolo delle alleanze per Giuseppe Mainiero candidato sindaco, con il supporto di Cusmai, cominciano ad emergere numerosi protagonisti, a cominciare dai giovani del Comitato La Società Civile, oggi impegnati nella battaglia sui rifiuti e sulla legalità. A sinistra i nomi altisonanti di Vladimir Luxuria o di qualche altro esponente importante dell’antimafia servono, secondo alcuni, solo per recuperare consensi.
“Per il Comune serve una personalità forte, che non abbia paura di nessuno e che non guardi in faccia nessuno e che sopratutto conosca la macchina amministrativa di un Ente locale – rimarca il socialista ed ex consigliere regionale -. Non pongo veti su Giuseppe Mainiero se dovesse essere lui il nome in campo. Ha tutte le carte in regola per giocarsi questa partita al tavolo della candidature. È salito sul palco 3 anni fa e già fece votare il centrosinistra di Pippo Cavaliere. In questi anni ha lottato contro il sistema Landella, conosce i temi amministrativi, si è allontanato da tempo dal centrodestra e critica Meloni e i Fratelli d’Italia. Tutti in gioventù possono avere avuto posizioni non condivisibili, ma non si possono porre veti ideologici”. (In foto, Amati, Calenda, Clemente e Mennea)