Nonostante retate, arresti e inchieste, resta preoccupante la situazione del quartiere “San Bernardino” di San Severo, controllato da batterie criminali e centro nevralgico dello spaccio di droga anche per Gargano Nord, Molise, Foggia e Campania.
È di questi giorni uno sfogo-denuncia giunto alla nostra testata che ben inquadra la questione: “Abito in provincia di Foggia e, dopo il caso dell’auto devastata, devo ascoltare l’ennesimo sfogo di chi, solo per la sfortuna di capitare a San Severo, nel quartiere San Bernardino, può rischiare la vita, magari solo per una parola in più. Un rinomato operatore sanitario ha un diverbio con un esponente di tale quartiere e, in men che non si dica, si ritrova circondato da 8 persone, di cui uno armato di spranga di legno, che lo riduce male, molto male. Solo per aver proferito una parola non gradita si rischia di morire a San Severo e tutti tacciono, con i cosiddetti ‘avvocati’ che una volta interpellati, nonostante l’aggredito abbia subito danni gravi e permanenti, consigliano di non denunciare per paura di ritorsioni varie”.
Poi aggiunge: “È così che si vive qui, omertà e indifferenza regnano, la paura dilaga e la giustizia latita con la paura perenne di incontrare la persona sbagliata e con la tragica sicurezza di avere i professionisti legali fantozzianamente succubi e asserviti a questi ras locali che – nonostante Brumotti, carabinieri e polizia – godono della connivenza delle autorità civili stesse prima che dell’inerme popolazione, quelle stesse autorità civili che si riempiono periodicamente la bocca di antimafia e di legalità, ma che al momento del bisogno preferiscono non impicciarsi, per paura di qualche pistolettata. Un ragazzo di 35 anni ha subito una bastonatura gratuita che non avrà giustizia a San Severo, terra di olio, vino e connivente omertà”.