Sembra trascorsa un’intera era geologica da quando si accendeva l’albero di Natale facendo volare i desideri dei bambini e delle bambine in Piazza Cavour a Foggia.
Il commissariamento e lo scioglimento del Consiglio comunale per mafia, con la moralizzazione dell’ente e la “penitenza” inflitta ad una comunità sin troppo rassegnata e apatica, che sembra svegliarsi forse solo per la monnezza in strada e le buche, hanno azzerato ogni attrattiva ludica e culturale in città, tanto che anche in Albo pretorio manca il servizio Cultura, che fu uno dei più fulgidi nel settennato landelliano.
Chiusa da oltre un anno la ristrutturata e colorata Pinacoteca 9cento per mancanza di personale, nonostante l’affidamento di alcuni servizi all’associazione Mira, restano le stagioni teatrali e poco altro, laddove anche la convenzione per Parcocittà, ormai quasi sempre serrato, langue.
Per le associazioni culturali è quasi un miraggio parlare con i commissari, che costano, oltre al loro importante emolumento, circa 2mila euro al mese cadauno per vitto e alloggio al Museum Hotel Wellness al costo di 72 euro a notte e tra i vari Conte Castiglione, Peperone, Momento e Trattoria Pompeo per cene, pranzi e colazioni.
Lo scorso anno anche le luminarie e l’albero di Natale furono all’insegna della sobrietà. Si ricorderà l’intima capanna di luci che apriva l’isola pedonale allungata di via Lanza.
Anche quest’anno guai ad aprire la cassa comunale, soprattutto in tempi di crisi energetica. L’albero di Natale sarà donato e sponsorizzato dall’impresa Rosso Gargano, in un’ottica tutta agroalimentare. Ci saranno passate e pelati tra le luci dinanzi al Pronao? O saranno le luci stesse a simulare l’oro rosso di Capitanata?