“Arrivate alle imprese e alle famiglie le ultime bollette di energia elettrica e gas con costi schizzati alle stelle e con importi anche triplicati (a volte quintuplicati) rispetto allo scorso autunno ed aumentati a dismisura anche solo rispetto al mese precedente. La misura è colma e le forze politiche non riescono a cogliere la vera portata del dramma che si sta consumando per le nostre imprese. Se, guardando la bolletta di un dettagliante alimentare di Torremaggiore che vede balzare il costo dell’energia da 8 mila euro dello scorso anno agli oltre 38 mila euro di oggi, si capisce bene che non ce la si può fare”. La denuncia arriva dal presidente dell’associazione APIS – Partite Iva E Sport Torremaggiore, Michele Ametta.
“Questo non è un semplice allarme. Il caro energia è adesso l’emergenza prioritaria in Italia e, sicuramente, nella nostra comunità. È la crudissima ed evidentissima realtà. Ciò che è più sconvolgente è che sembra che la politica non abbia la giusta percezione di cosa comporti e comporterà questa emergenza e le ripercussioni sulle imprese e sull’inflazione. È indispensabile che la politica e soprattutto il Governo Centrale, anche in questa fase di transizione, intervengano immediatamente. Aspettare ancora può essere fatale per molte imprese”.
“Qui non c’entrano la Regione o le Amministrazioni locali se non per il loro dovere di incalzare i livelli competenti pretendendo risposte – continua -. Il problema è enorme e, per ora, la politica si comporta come se sia normale per un imprenditore subire un aumento dei costi fissi, tra bollette, materie prime, prodotti alimentari e merci, spropositato. Delle due l’una: o l’anno scorso tutti noi commercianti eravamo straordinariamente ricchi, oppure, è impossibile rimanere a lungo a galla con incassi invariati ed una spesa mensile ulteriore ed inaspettata che, già nelle piccole realtà food, va dai tre ai sei mila euro in più. Seppure l’incidenza del costo energetico è inferiore, anche il no food sconta aumenti che limitano l’attività e che, in vista dell’inverno, non lasciano tranquilli. È chiaro che i bonus già adottati nel recente passato, compreso l’ultimo decreto bollette da tre miliardi di euro, sono largamente insufficienti e non adottando nell’immediato i giusti interventi, le nostre imprese sono a rischio chiusura. Noi Partite Iva negli ultimi anni abbiamo difeso con le unghie e con i denti le nostre imprese, abbiamo fatto il nostro dovere. Così diventa difficilissimo lavorare. Da un lato le famiglie non hanno soldi da spendere essendo crollato il potere di acquisto degli stipendi. Dall’altro il commerciante, proprio per la natura del commercio di vicinato e per il rapporto personale costruito negli anni con il cliente, non può aumentare i prezzi scaricando il costo del caro energia sul consumatore finale. Tradirebbe la sua essenza e perderebbe clientela. Una verità è comunque innegabile – conclude -: a queste condizioni il rischio è di lavorare in perdita e, evidentemente, questa non è una condizione sostenibile nel medio periodo. La situazione in assenza di interventi adeguati è destinata peggiorare e la prossima bolletta non promette nulla di buono”.
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(immagine: Google)