“Sono indignato nel leggere che agenti della Questura di Foggia sono indagati per essersi difesi dall’attacco di criminali che sparavano per non essere arrestati. Assurdo ed inconcepibile, solo in Italia accadono queste cose”. Lo scrive Michele Del Carmine, ex consigliere comunale ed assessore alla legalità di Foggia dopo il caso della sparatoria in provincia di Avellino.
“Questo è uno dei motivi per cui non ho continuato a rimanere in Polizia – continua -. Nel lontano 1978 ero a Peschiera del Garda al 65*corso, un mese prima della firma andai via. Più studiavo il codice penale, più mi rendevo conto che ad essere tutelati non eravamo noi forze dell’ordine ma i delinquenti. Ricordo ancora l’articolo del codice penale sulla rapina consumata, una cosa aberrante. Poi in quegli anni erano i tempi delle brigate rosse e da allora quando vado in un ristorante non mi siedo mai di spalle alla porta. Mi dispiace aver lasciato il corpo anche se per fortuna partecipo su WhatsApp al gruppo creato dai fratelli di giubba, oltre che partecipare ogni anno al raduno dei colleghi di corso. Bisognerebbe rivedere molte leggi in Italia, per salvaguardare chi ci tutela e ci protegge, non che rischiano la vita e devono essere pure processati. Piena solidarietà!”.