“Sono passati ormai trent’anni da quel sabato 23 maggio 1992, ma non c’è stato giorno in cui non abbia ripensato e rivissuto quelle ore. Fin dal venerdì, come spesso capitava, con Giovanni e Francesca eravamo d’accordo che saremmo tornati insieme a Palermo: mi avrebbero dato un passaggio sul volo di sicurezza a disposizione di Falcone. Saremmo dovuti partire la sera, ma verso le due del pomeriggio Giovanni mi avvisò che, per ragioni di lavoro, Francesca non si sarebbe liberata prima della tarda mattinata di sabato. Gli risposi che avrei provato a trovare posto sul volo di linea: ‘Se riesco torno oggi, così ho qualche ora in più da passare con Maria e Maurilio’. Ho ancora il tagliando di quel check-in: volo Alitalia BM 0204, imbarco alle ore 19.40 del 22 maggio 1992, posto 1 L. Solo grazie a quel colpo di fortuna non fui in macchina con loro il giorno dopo”.
È un brano dell’ultimo libro di Pietro Grasso, l’ex procuratore antimafia, a Vieste per il Libro Possibile. Grasso, intervistato dal direttore del tg di Telenorba, Enzo Magistà, ha raccontato gli ultimi momenti di vita di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino con i quali aveva lavorato. Poi un commento sulla criminalità nostrana. “Fino a qualche anno fa non c’era molta attenzione sulla criminalità foggiana, che è di tipo mafiosa. Fortunatamente ora c’è più attenzione con l’istituzione di presidi sul territorio e con varie operazioni di Polizia”.