Continua in Puglia la morsa di caldo con temperature fino ad oltre 38 gradi con l’allarme siccità sempre più preoccupante per la mancanza di piogge che fa venire a mancare 65 milioni di metri cubi d’acqua rispetto alla capacità degli invasi artificiali. E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti Puglia, sulla base dei dati dell’Osservatorio ANBI Nazionale, con i campi arsi dal sole e dalla mancanza di piogge, mentre continua a scendere la disponibilità di acqua negli invasi pugliesi.
Nei campi – sottolinea la Coldiretti regionale – manca infatti l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. A preoccupare – precisa la Coldiretti Puglia – è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come il grano e degli altri cereali, ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Una situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%.
Con il cambiamento della distribuzione nella pioggia dal punto di vista geografico e temporale, per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e incrementare la disponibilità di cibo per le famiglie è stato elaborato e proposto da Coldiretti e Anbi un progetto immediatamente cantierabile per la realizzazione di una rete di piccoli invasi con basso impatto paesaggistico e diffusi sul territorio, privilegiando il completamento e il recupero di strutture già presente. Il progetto – conclude Coldiretti – è di realizzare laghetti, senza uso di cemento e in equilibrio con i territori, per conservare l’acqua e distribuirla quando serve ai cittadini, all’industria e all’agricoltura, con una ricaduta importante sull’ambiente e sull’occupazione.
Con l’innalzamento dei livelli del mare l’acqua salata – aggiunge Coldiretti Puglia – sta già penetrando nell’entroterra bruciando le coltivazioni nei campi e spingendo all’abbandono l’attività agricola secondo l’allarme lanciato dal rapporto sul clima del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (Ipcc) dell’Onu.
I pozzi freatici non hanno più acqua, mentre dai pozzi artesiani c’è il rischio di emungimento di acqua salmastra, uno scenario che impone – insiste Coldiretti Puglia – di sfruttare al meglio tutte le risorse messe a disposizione della programmazione degli interventi idrici e di riassetto del territorio nei prossimi anni, perché è andata persa finora l’opportunità di ridisegnare una lungimirante politica irrigua e di bonifica integrale in Puglia. Ma a preoccupare – continua la Coldiretti Puglia – sono anche gli incendi favoriti dalle alte temperature e dall’assenza di precipitazioni che ha inaridito i terreni nei boschi più esposti al divampare delle fiamme, ma anche in Salento dove l’abbandono dei campi a causa della Xylella che ha fatto seccare gli ulivi ha reso drammatico il fenomeno degli incendi.
La siccità, che distrugge le coltivazioni e favorisce i roghi, è diventata la calamità più rilevante per l’agricoltura in Puglia che convive con un vero e proprio paradosso idrico, dilaniata da drammatici fenomeni siccitosi con danni stimati di oltre 70 milioni di euro all’anno per l’impatto devastante sulle produzioni agricole e sulla fertilità dei terreni e al contempo è colpita – conclude Coldiretti Puglia – da alluvioni e piogge torrenziali che provocano allagamenti ma non riescono a sopperire alla grave carenza di acqua, in una situazione in cui con l’emergenza Covid l’acqua è centrale per garantire l’approvvigionamento alimentare delle famiglie.