“Se continua così si rischia una tragedia”. Vito Procacci (in foto) sa bene cosa significhi essere in prima linea sul fronte dell’emergenza-urgenza. Anche in Capitanata. Per oltre 10 anni ha guidato la trasformazione del Pronto soccorso del Riuniti di Foggia. Ed è stato vittima anche di aggressioni violente. “Mi hanno spaccato la schiena nel 2012, ora lo scenario è completamente mutato per via della grave carenza di medici. Serve intervenire presto – dice a l’Immediato -, fermando l’escalation di notizie false e inesatte, oltreché palesemente incomplete, che rischiano di aizzare gli animi e provocare tragedie…”.
Allora c’erano 32 camici bianchi in servizio. Ora la sua collega, Paola Caporaletti, lavora con 18 medici che, ogni giorno, devono affrontare la complessità del doppio percorso per trattare anche i positivi al Covid. “A Foggia il personale medico e infermieristico è quanto di meglio ho trovato nel mio percorso, per competenza e disponibilità – chiosa il responsabile del Pronto soccorso del Policlinico di Bari -. La dedizione è il fiore all’occhiello della Caporaletti e del personale del reparto. Paragonare il Policlinico di Foggia a Casa Sollievo è davvero improbabile, perché il numero degli accessi non è comparabile”, dice riferendosi ad alcune denunce fatte da alcuni cittadini nelle scorse settimane. Poi aggiunge: “Il sistema dell’emergenza-urgenza è vitale per il sistema sanitario, se non riusciamo a trattenere i giovani eroi della scuola di specializzazione e non rispettiamo chi ha sopportato il lavoro maggiore durante la pandemia, tra qualche anno rischiamo di rivolgerci agli sciamani per curarci“. “In troppi scappano – aggiunge -, per i carichi di lavoro e soprattutto per i rischi che si corrono, a maggior ragione con l’esasperazione di chi, con notizie infondate, aizza i cittadini. Non dico che si debba girare il capo dinanzi alle difficoltà oggettive, ma bisogna collaborare e comprendere lo scenario grave che sta caratterizzando tutti i pronto soccorso d’Italia. A Foggia non abbiamo pazienti scaricati sulle barelle, vengono tutti trattati secondo le previsioni di legge, con la diagnosi e la stabilizzazione del paziente. Sbaglia chi pensa che si debba solo smistare i pazienti nei reparti, questo non ha senso, non risponde alla natura del servizio. I ragazzi del Riuniti si dedicano anima e corpo, non dovrebbero essere trattati in questo modo. Urge intervenire se non si vuole arrivare a situazioni drammatiche, come quella che capitò a me qualche anno fa”.
Nei giorni scorsi, la Simeu (Società italiana di medicina d’emergenza-urgenza), di cui Procacci è dirigente, ha scritto una lettera aperta proprio sul caso Foggia. L’assessore alla Sanità pugliese, Rocco Palese, ha convocato un tavolo per trovare una soluzione. “Non andrebbero solo pagati di più i medici – spiega -, servirebbe offrire una serie di garanzie di sicurezza oltre all’attivazione di percorsi capaci di consentire la suddivisione degli specializzandi tra i Pronto soccorso e le scuole, permettendo inoltre l’assunzione di giovani medici neo laureati. I disagi ci sono, certo, ma in aree in cui si opera su patologie tempo dipendenti bisognerebbe garantire un contesto di sicurezza su tutti i fronti, per assicurare le esigenze di salute e per salvare vite umane. Il personale ha bisogno di serenità, dopo anni di stress e per scongiurare il rischio burnout“.
Ecco il testo della missiva firmata da tutti i primari, indirizzata al governatore Michele Emiliano e ai vertici regionali e nazionali del settore:
La Simeu Puglia intende manifestare solidarietà nei confronti di tutto il personale medico e di comparto del Pronto Soccorso degli Ospedali Riuniti di Foggia e della sua direttrice Dott.ssa Paola Caporaletti, oggetto negli ultimi giorni di attacchi mediatici senza precedenti. In Italia mancano circa 5000 medici e 25000 infermieri di pronto soccorso, un’emergenza nazionale ormai sotto gli occhi di tutti.
In Puglia si stima che vi siano 500 medici di pronto soccorso in meno negli organici. A questo si deve aggiungere il taglio dei posti letto (meno 40.000 letti di degenza ordinaria negli ultimi 10 anni livello nazionale) con ostacolo al ricovero, l’invecchiamento della popolazione con aumento della cronicità non risolte dalla medicina territoriale. Tale enorme difficoltà è da tempo denunciata da Simeu a tutti I livelli istituzionali.
Ed il Pronto Soccorso di Foggia non fa eccezione in questa realtà. La sproporzione tra la domanda di salute sanitaria e le risorse disponibili, umane e/o strutturali necessarie a soddisfarla, impedisce il normale funzionamento del Pronto Soccorso. Lo stazionamento dei pazienti da ricoverare, che restano per giorni nel Pronto Soccorso spesso in barella (boarding) a causa della mancanza di posti letto, rappresenta una delle cause primarie del sovraffollamento del Pronto Soccorso. Tutto questo comporta difficoltà di assistenza per gli operatori, disagio e sofferenza per i pazienti, sottrazione di forze per rispondere alle emergenze-urgenze con aumento dei tempi di attesa in pronto soccorso. Le condizioni lavorative portano a licenziarsi 60-100 medici al mese con ulteriore impoverimento del sistema.
In questo scenario complesso, i pochi medici e infermieri di pronto soccorso che ancora resistono già provati da due anni e mezzo di pandemia, con un carico di lavoro che diventa sempre più pesante, sono oggetto di continue aggressioni verbali e fisicheLa loro attività viene offesa e strumentalizzata da chi non conosce le dinamiche Ospedaliere, rischiando di innescare così una escalation di aggressività pericolosa.
Dal nord al sud della penisola sono quotidiane le immagini e le denunce delle difficoltà in cui si opera, frutto di scelte fatte in tempi lontani e di una mancata programmazione del Sistema Sanitario Nazionale. Gli operatori sanitari e i malati sono entrambi vittime di tale situazione. La Simeu ha lanciato da tempo l’allarme sulla carenza dei medici e infermieri di Pronto Soccorso, talmente grave da mettere in discussione la stessa vita di alcuni di essi, ed ha chiesto a gran voce soluzioni nel breve termine attraverso l’istituzione di tavoli tecnici nazionali e regionali.
Ogni giorno l’attività dei Pronto Soccorso e del 118 salva vite e risolve situazioni di gravissimo pericolo di vita oltre ad innumerevoli problemi di piccola e media entità.
Il Pronto Soccorso è un servizio ad alto valore sociale sempre disponibile per il cittadino h24 e 365 giorni all’anno la cui sopravvivenza è fondamentale per preservare il diritto alla salute tutti i cittadini.
“Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce ” (Lao Tzu).
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