“A Foggia un disastro civile ed una voragine etica”. Lo ha detto il procuratore aggiunto Antonio Laronga durante un incontro in biblioteca per ricordare la vittima di mafia, Francesco Marcone. Laronga è tornato sullo scioglimento del Comune per infiltrazioni della criminalità organizzata citando una recente sentenza (quella sull’incandidabilità dell’ex sindaco Landella e 7 ex consiglieri) che indicava collusioni tra mafia e politica. Ma Laronga si è soffermato soprattutto su un altro aspetto: “Molti ex amministratori comunali – ha evidenziato il pm -, non solo quelli accusati di aver commesso reati, sono esponenti di lungo corso della vita pubblica cittadina, appartengono alla classe dirigente di Foggia. Non sono amministratori dell’ultima ora, ma godono da molti anni di fiducia e legittimazione agli occhi di una consistente fetta di popolazione”.
Laronga ha ricordato che si tratta di “persone puntualmente rielette ad ogni tornata elettorale nonostante il progressivo declino economico, culturale, etico e persino demografico della città che ormai conta poco più di 150mila abitanti. Questo ci fa capire, chi vuole capire, che a Foggia non ha funzionato l’esercizio del controllo democratico dei cittadini sui loro rappresentanti. Non ha funzionato quella selezione meritocratica che avrebbe dovuto portare cittadini a governare la cosa pubblica con disciplina. D’altronde in questa città il voto costa tra 30 e 50 euro. Foggia ha bisogno di una rivoluzione etica”. (Nel video in alto, l’audio dell’intervento di Laronga).