Si è tornato a parlare di cinema all’Apulia Film Commission, dopo lo stop di oltre due mesi causato dai dissidi tra la presidente Simonetta Dellomonaco e il direttore Antonio Parente, per una presunta aggressione sul luogo di lavoro di quest’ultimo sulla giornalista culturale. È lo stesso Parente, che dopo la sospensione di 10 giorni deliberata dal nuovo CdA ricomincia a dare notizie dei set pugliesi. “Sono intese le attività di preparazione cinematografica dei progetti che stiamo seguendo in questa prima fase dell’anno- scrive sui social il direttore- Sono 15 (4 serie e 11 tra lungometraggi, animazione e corti) le produzioni che stanno partendo in Puglia nelle prossime settimane. Location manager e produttori nazionali e internazionali battono in lungo e in largo tutte le nostre meravigliose province. W il Cinema! Whatever it takes”.
Si conclude così, almeno a livello politico e aziendale, una vicenda che aveva molto invelinito il clima di una tra le Film Commission più produttive del Paese. Ora sarò il tribunale del lavoro a pronunciarsi. Nei giorni scorsi Dellomonaco, che richiedeva la rimozione e il licenziamento del direttore, aveva affermato che non era stata fatta giustizia “in un ambiente di lavoro dove una donna è stata aggredita, malmenata, minacciata e spedita in ospedale”. Ma il cda ha specificato di aver chiuso una “non lineare” vicenda disciplinare in tempi record e ha affermato di non voler “scadere in toni da lite di cortile”, rispendendo al mittente la accuse di misoginia.
Del resto le associazioni hanno espresso preoccupazione per le vicende di Apulia Film Commission. Confartigianato Cinema e Audiovisivo Puglia hanno segnalato una “prolungata sospensione dell’operatività” che “sta gettando nello sconforto le numerose imprese pugliesi del settore”. E per questo hanno scritto una lettera al presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, al sindaco di Bari Antonio Decaro, e al Consiglio di amministrazione dell’Apulia film commission. (In alto, Emiliano, Dellomonaco e Parente)