“Meridionale. Frammenti di un mondo alla rovescia”, questo il titolo dell’ultimo libro del giornalista Giuseppe Di Matteo. L’opera, edita da 4 Punte Edizioni, in libreria dallo scorso 25 gennaio, parla di sud e di riscatto. “I Meridionali – riporta la sinossi – stanno dall’altra parte della barricata. Cercano riscatto, a casa propria o lontano dalla loro terra. Combattono in un mondo alla rovescia, che se ne infischia del merito e preferisce mettere la solidarietà in soffitta. Giuseppe Di Matteo ha provato a dar loro una voce. E ha scelto di farlo con i suoi frammenti, ai quali è riuscito a conferire sostanza poetica”.
“Meridionale è la terza tappa di un viaggio iniziato qualche anno fa con Frammenti di un precario – commenta l’autore -. Allora mi ero soffermato sulla precarietà dei nostri tempi, che non è soltanto la mancanza di lavoro ma anche di futuro. E, aggiungerei, perfino delle certezze più ovvie. Con Meridionale ho provato a ragionare sul significato di una parola partendo da una domanda precisa: chi sono i Meridionali? Gli italiani del Sud, certamente, che spesso se ne devono andare o sono costretti a combattere per una vita dignitosa a casa loro tra mille difficoltà. Ma non solo. Ci sono infatti i ‘nuovi’ Meridionali: gli uomini dalla pelle nera, i migranti, pure i precari. Insomma, chi sta dall’altra parte della barricata, quella meno privilegiata e, come suggerisce il titolo, vive in un mondo alla rovescia, all’interno del quale tutto è più difficile, fragile, ostile. In altre parole, sono i figli di una sofferenza condivisa, che noi Meridionali ‘doc’ conosciamo molto bene, avendola vissuta”.
Ma nel libro c’è ovviamente anche molto, moltissimo, del rapporto dell’autore con la sua Puglia: “Un rapporto che definirei amoroso e tormentato: una sorta di odi et amo di matrice catulliana che si riverbera costantemente in questi frammenti. Partire? Restare? La vera sfida, e forse l’unico amore possibile e duraturo, è appartenere. Questa è una delle principali direttrici del libro. Un percorso che, a mio avviso, è lo stesso di tanti Meridionali come me, qualunque sia la loro provenienza. Se così non fosse, questo libro non avrebbe senso: un’autobiografia poetica di Giuseppe Di Matteo non interessa a nessuno. Nemmeno a chi l’ha eventualmente scritta”.
“La ‘maledizione’ di essere meridionali rivive negli occhi tristi del venditore africano, di chi parte di notte, lasciandosi una porta socchiusa alle spalle – scrive Alessandro Cannavale nella prefazione -. Ha il sapore che lascia in bocca l’amarezza di chi parte suo malgrado. Nelle immagini che emergono dalle pagine di Meridionale, anche i tramonti sono ‘migranti inattesi’, vestiti di terra rossa: anche il cielo è reso partecipe della danza di partenze e ritorni a cui sono state condannate generazioni intere”. E c’è dell’altro: quell’atavica rassegnazione di cui siamo ancora in parte imbevuti. Contro la quale bisogna lottare. Nel mio piccolo, ho provato a farlo con le mani nude della poesia. Perché questo libro? La mia poesia, se si può definire tale, nasce da un’urgenza interiore figlia di uno sguardo sul mondo. Vuole essere d’impegno civile. Ma è anche piacere della scoperta, soprattutto delle parole. Che possono celare una forza straordinaria”.
Giuseppe Di Matteo (Bari, 1983), giornalista professionista, è addetto stampa della casa editrice Paginauno e collabora con QN. Ha lavorato a Sky TG24, Il Giorno, Telenorba e la Gazzetta del Mezzogiorno. Nel 2019 ha pubblicato Frammenti di un precario (Les Flâneurs Edizioni) e nel 2020 Cronache quotidiane (sempre con Les Flâneurs).