Riapre presso l’Università di Foggia la scuola di specializzazione in Anatomia Patologica, ferma da un decennio. Era stato lo scorso mese di ottobre il presidente Sergio Mattarella ad inaugurare l’anno accademico dell’ateneo foggiano e mai parole furono più profetiche quando invitò a fare della divulgazione della conoscenza un baluardo di difesa del territorio. Per il presidente della Repubblica, l’università e la formazione sono le risposte che il territorio deve dare alle generazioni attive e quando Mattarella chiama, l’Università di Foggia risponde.
A dirigere Anatomia Patologica è il professor Giuseppe Pannone che, con orgoglio ed emozione, ha descritto la ripartenza della scuola di specializzazione come “un momento che scandisce un evento importante”, enfatizzando la sinergia tra l’Università degli Studi di Foggia ed il territorio rappresentato dagli enti istituzionali ospedalieri e regionali.
Il professor Pannone, impegnato su più fronti, formazione, diagnosi e ricerca, sarà negli anni a venire il punto di riferimento di un percorso complesso, articolato in quattro anni, che vedrà gli specializzandi confrontarsi con tutte le problematiche teoriche e pratiche che portano un neo medico al titolo di specialista. Sono svariati i lavori di ricerca che il professore ha promosso e portato avanti soprattutto sulle neoplasie del distretto testa-collo e sul rapporto infiammazione-immunità e tumori e recentemente sulla Covid-19. Pannone sarà per gli specializzandi la porta di accesso alla possibilità di confrontarsi con la ricerca universitaria.
“Anatomia Patologica è una conquista per il territorio, perché consente ai ragazzi di accedere ad un’offerta formativa di alta formazione restando in sede e senza quindi essere costretti ad osservare un Sud che esporta cervelli”, ha spiegato Pannone il giorno dell’inaugurazione della scuola, accogliendo nella cornice della biblioteca i quattro neo-laureati ed attuali specializzandi: Cristina Pizzulli, Grazia Anna Pazienza, Marco Visconti, Pietro Gadaleta.
Pannone ha quindi ringraziato i rappresentanti istituzionali della Regione Puglia in quanto la riapertura ed il mantenimento di diverse scuole di specializzazione di UNIFG sono state possibili grazie a finanziamenti regionali che hanno consentito upgrade di docenti. “Ringrazio i rappresentanti istituzionali dell’Azienda Ospedali Riuniti di Foggia ed i rappresentanti istituzionali della Enti della Rete Formativa. E ringrazio il personale tutto di Anatomia Patologica e Citologia degli Ospedali Riuniti di Foggia presso il quale la scuola ha l’onore di essere rappresentata e svolta”, ha aggiunto il professor Pannone, sottolineando l’importanza di tutti i membri universitari per aver consentito il raggiungimento di questo risultato: “il Magnifico Rettore, i Docenti del Collegio dei Docenti in Anatomia Patologica, i Direttori di Dipartimento, il preside, i delegati rettorali, i funzionari ed il personale dell’Ufficio Amministrativo di UNIFG preposti all’alta formazione per il brillante ed incessante lavoro svolto”.
La riapertura della scuola di Anatomia Patologica dell’Università degli Studi di Foggia, i cui docenti oltre a Pannone sono Antonio Pennella e Francesca Sanguedolce, è stata dedicata alla memoria del compianto professore Pantaleo Bufo, figura di tutor e mentore per la fondazione della Cattedra Universitaria di Anatomia Patologica e della prima scuola di specializzazione in Anatomia Patologica di Foggia.
All’inaugurazione erano presenti direttore di struttura professor Pennella, il direttore di dipartimento professor Margaglione, il direttore del corso di laurea in Odontoiatria e Protesi dentaria, professor Lo Muzio, il preside della Facoltà professor Vendemiale rappresentato dal professor Bellanti.
“La riapertura della scuola di specializzazione in Anatomia Patologica è un evento che rappresenta un nuovo corso per gli specializzandi ed il policlinico”, ha commentato il direttore generale dell’azienda ospedaliero-universitaria policlinico Riuniti di Foggia Vitangelo Dattoli.
Buon viaggio ai neolaureati ed al loro capitano a nome di una provincia troppo spesso bistrattata, ma che si sta impegnando a ripartire dalle sue risorse migliori.