“Ringrazio i Vigili del fuoco per il prezioso lavoro svolto, lo scenario che ho trovato è impressionante”. Lo ha dichiarato il vicepresidente della Regione Puglia, Raffaele Piemontese, a margine del sopralluogo a Vico del Gargano dopo il devastante incendio di ieri. Raggiunto al telefono, ha commentato anche le recenti accuse sulla riapertura del Gino Lisa. “Penso sia giusto pensare allo straordinario impegno di questi uomini, che durante la notte appena trascorsa hanno domato le fiamme che mettevano a rischio case e attività, oltre all’immenso patrimonio paesaggistico”.
La deadline di metà luglio era stata fissata qualche tempo fa e il comitato “Vola Gino Lisa” l’aveva fissata al 15. Per questo sarebbero state inoltrate diverse richieste di chiarimento al comandante dei Vigili del Fuoco di Foggia, con la richiesta di una risposta in tempi celeri. Proprio nelle ore in cui divampavano incendi di importanti dimensioni, che hanno tenuto impegnato gran parte del corpo.
“Impuntarsi su un orario e su un giorno particolare la riapertura dello scalo, dopo 20 anni di lassismo, mi sembra fuori luogo. Se la data è il 25 luglio e non il 15, alle 9 in punto, credo non sia una questione dirimente per le sorti di un territorio che ha atteso decenni e che aveva perso addirittura la speranza di poter tornare a volare”.
“Detto questo – prosegue -, oggi il mio pensiero va al grande sforzo compiuto dagli uomini che si sono adoperati per lo spegnimento, e la mia vicinanza va ai cittadini e agli amministratori alle prese con questa grande ferita. Non è il momento delle polemiche. L’aeroporto sarà operativo nel mese di luglio, con la protezione civile e la centrale 112. E’ il momento di pensare da comunità – conclude -, per essere credibili e attrattivi”.
Coldiretti: “Fiamme mangiano la Capitanata da mesi”
“A distanza di 14 anni dalle giornate apocalittiche in cui nel 2007 vennero distrutte vaste aree del Gargano con migliaia di persone in fuga, centinaia intrappolate sulla spiaggia e tratte in salvo via mare, camping e villaggi turistici evacuati, trecento intossicati, morti e numerosi feriti, l’incendio di portata enorme ha interessato anche aziende agricole e frantoi nella zona di Ischitella, San Menaio e Vico del Gargano, facendo emergere ancora una volta la fragilità della rete dei soccorsi e antincendio per la carenza di mezzi e personale”. E’ quanto denuncia Coldiretti Puglia, in relazione all’incendio drammatico divampato nelle scorse ore che è solo la punta dell’iceberg rispetto alle centinaia di chiamate giunte alla protezione civile e ai Vigili del Fuoco da maggio ad oggi per i roghi appiccati in tutta la Capitanata.
“Enorme lo sforzo di vigili del fuoco, protezione civile e delle forze dell’ordine per arginare le fiamme che hanno interessato una area vastissima di pregio naturalistico, paesaggistico e turistico, oltre che produttivo, con i canadair che stanno raggiungendo le zone più impervie per spegnere altri focolai. La provincia di Foggia sta vivendo da maggio lo sfregio perpetrato ai danni di un territorio straordinario, dove le fiamme hanno già mandato in fumo interi campi di grano, alberi, colture, un situazione angosciante aggravata dalla mancata opera di prevenzione, sorveglianza e soprattutto di educazione ambientale sul valore inestimabile di un patrimonio determinate per la biodiversità e per la stabilità idrogeologica del territorio”, denuncia Pietro Piccioni, delegato confederale di Coldiretti Foggia.
Nel 2020 sono stati eseguiti 5.568 interventi antincendio rispetto ai 4.181 del 2019, di cui 183 incendi boschivi rispetto ai 166 del 2019 con una impennata del 33%, secondo i dati della Protezione Civile della Regione Puglia, con conseguenze drammatiche in termini ambientali a causa delle fiamme che fanno salire la temperatura fino ad oltre 750 gradi, provocando effetti devastanti come il deterioramento del suolo, la scomparsa della biodiversità, il degrado ecologico, la perdita di produzioni legnose e non legnose, il disordine idrogeologico, i cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di anidride carbonica, l’inquinamento da fumi e la distruzione della fauna.
Per ricostituire i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorranno fino a 15 anni con danni all’ambiente, all’economia, al lavoro e al turismo. Nelle aree bruciate – sottolinea la Coldiretti regionale – saranno impedite anche tutte le attività umane tradizionali e la scoperta del territorio da parte di decine di migliaia di appassionati. Se certamente il divampare delle fiamme è favorito dal clima anomalo, a preoccupare – continua la Coldiretti regionale – è proprio l’azione dei piromani con il 60% degli incendi che si stima sia causato volontariamente. La pioggia – sottolinea la Coldiretti regionale – è attesa per combattere la siccità nelle campagne ma per essere di sollievo deve durare a lungo, cadere in maniera costante e non troppo intensa, mentre i forti temporali, soprattutto con precipitazioni violente, come quelle che sono avvenute al nord, provocano danni poiché i terreni non riescono ad assorbire l’acqua che cade violentemente e tende ad allontanarsi per scorrimento provocando frane e smottamenti.
La Coldiretti ha elaborato un decalogo per combattere gli incendi. La prima regola per non causare l’insorgenza di un incendio è quella – afferma la Coldiretti Puglia – di evitare di accendere fuochi non solo nelle aree boscate, ma anche in quelle coltivate o nelle vicinanze di esse, mentre nelle aree attrezzate, dove è consentito, occorre controllare costantemente la fiamma e verificare prima di andare via che il fuoco sia spento. Soprattutto nelle campagne – precisa la Coldiretti – non gettare mai mozziconi o fiammiferi accesi dall’automobile e nel momento in cui si è scelto il posto dove fermarsi verificare che la marmitta della vettura non sia a contatto con erba secca che potrebbe incendiarsi. Inoltre – continua la Coldiretti Puglia – non abbandonare mai rifiuti o immondizie nelle zone di campagna o boscate o in loro prossimità e in particolare, evitare la dispersione nell’ambiente di contenitori sotto pressione (bombolette di gas, deodoranti, vernici, ecc.) che con le elevate temperature potrebbero esplodere o incendiarsi facilmente. Nel caso in cui venga avvistato un incendio – consiglia la Coldiretti regionale – non prendere iniziative autonome, ma occorre mantenersi sempre a favore di vento evitando di farsi accerchiare dalle fiamme per informare tempestivamente le autorità responsabili con i numeri di emergenza disponibili. Dal momento che – conclude la Coldiretti Puglia – un elevato numero degli incendi è opera di piromani o di criminali interessati alla distruzione dei boschi, occorre collaborare con le autorità responsabili per fermare comportamenti sospetti o dolosi favoriti dallo stato di abbandono di campi e boschi.