Incontri segreti a Roma, ambizioni imprenditoriali e strategie politiche. Sullo sfondo, l’appalto della pubblica illuminazione. L’inchiesta che ha travolto l’ex sindaco di Foggia, Franco Landella (foto sopra) racconta molte storie intrecciate tra loro. Ma è il mega appalto della luce a tenere banco nelle intercettazioni: “Il sindaco – riportano gli inquirenti – si è mostrato personalmente interessato alla vicenda, tanto da recarsi a Roma insieme all’imprenditore foggiano Michele D’Alba ad un incontro con i rappresentanti delle società coinvolte nel project financing che già avevano manifestato l’intenzione di cedere a terzi il progetto. Il D’Alba era infatti interessato a rilevare tale progetto e assieme al sindaco si è recato al predetto incontro che si è svolto con modalità riservate all’interno della stazione Termini. Di seguito un brano tratto dal verbale di dichiarazioni rese da un procacciatore d’affari, ritenuto intermediario di Landella”.
L’incontro romano
“Dopo la fase di aggiudicazione – le dichiarazioni rese dal procacciatore –, la Sitie Impianti Industriali decise di vendere il progetto. Inizialmente ci fu una prima proposta di acquisto avanzata da Michele D’Alba, ossia il titolare della società Tre Fiammelle di Foggia il quale, già nell’estate 2018, si recò assieme ai propri legali presso gli uffici della società Sitie Green Plant per discutere dell’affare con Andrea Pinotti. Ricordo che successivamente, sempre nell’anno 2018, partecipai ad un incontro organizzato presso la stazione Termini di Roma da Michele D’Alba, interessato ancora a subentrare al progetto dell’illuminazione pubblica. A quell’appuntamento mi recai in treno assieme a Michele D’Alba ed al sindaco Franco Landella, quest’ultimo voleva assicurarsi che l’imprenditore foggiano D’Alba acquisisse il progetto di finanza che la società Sitie Impianti Industriali voleva cedere. All’arrivo presso la stazione Termini di Roma ci attendeva Andrea Pinotti ossia l’amministratore delegato della Sitie che in quella circostanza doveva incontrare Michele D’Alba ed il sindaco Franco Landella. Non sono a conoscenza dei contenuti della conversazione perchè i tre soggetti mi fecero capire che mi dovevo allontanare. Pertanto mi recai presso un bar della stazione per prendere un caffè. Il loro incontro durò circa un’ora. Preciso che durante il viaggio di andata effettuato, come detto in treno, in compagnia di Franco Landella e Michele D’Alba, non abbiamo parlato in alcun modo della questione dell’illuminazione pubblica. Ricordo altresì che il sindaco Franco Landella a Roma doveva partecipare ad una riunione oppure ad un convegno. Anche nel viaggio di ritorno, che feci in cornpagnia di Michele D’Alba, non abbiamo parlato dell’appalto dell’illuminazione pubblica. Per quanto di mia conoscenza la transazione tra D’Alba e la Sitie non andò a buon fine”.

“Interessamento del sindaco poco limpido”
Secondo gli inquirenti, le dichiarazioni dell’intermediario “forniscono due importanti informazioni – si legge nelle carte –: da un lato, lumeggiano l’interessamento personale e diretto del primo cittadino alla vicenda che non si limita al coinvolgimento istituzionale ma si spinge sino a raggiungere la capitale in compagnia dell’imprenditore foggiano e dall’altro, già fanno intravedere il carattere poco limpido dell’interessamento sindacale stante le cautele utilizzate che non possono trovare altra spiegazione se non nel suo carattere opaco se non illecito. Ed invero, nelle tre ore di viaggio da Foggia a Roma, il sindaco ha cura di non proferire alcuna parola sulla questione per cui si sta recando a Roma, davanti all’intermediario e, una volta raggiunta la stazione capitolina, si premura di allontanarlo e di parlare negli stessi locali dell’infrastruttura alla presenza solo di D’Alba e di Andrea Pinotti, rappresentante della Sitie Green Plant, appartenente al medesimo gruppo della Sitie Impianti Industriali, la società titolare del project financing. Un comportamento talmente cauto da apparire irragionevole se non nell’ottica di un opus illicitum”.
Le rivelazioni di Iaccarino
Dell’appalto ne ha parlato ampiamente ai magistrati, l’ex presidente del Consiglio comunale Leonardo Iaccarino, amico del giovane manager Luca Azzariti. Quest’ultimo, stando all’accusa, avrebbe subito il tentativo di concussione da parte di Landella, il quale gli avrebbe chiesto un milione di euro, poi sceso a 300mila euro, per sbloccare l’appalto a favore della sua impresa, la GIone spa. È lo stesso Iaccarino a spiegare quanto di sua conoscenza “sulle pretese concussive rivolte dal sindaco al suo amico Azzariti, allorché fu la società GIone ad interessarsi per rilevare il progetto”.
Così Iaccarino: “Nel 2019, tra le primarie e le amministrative, il sindaco Landella aggancia Luca Azzariti, che è un dirigente della società di GIone di Pinerolo, mio caro amico ma prima ancora di me carissimo amico di mio fratello perché sono coetanei. Luca Azzariti viene intercettato dal sindaco perchè dice: ‘Vuoi acquisire tu questo beneficio del progetto di finanza, visto che voi siete in grado di cantierizzare su Foggia?’, quindi: ‘Loro hanno vinto il progetto di finanza, ve lo acquistate e lavorate su Foggia’. Luca Azzariti dà la disponibilità al sindaco, sempre su detta di Luca Azzariti, però visto che l’ho vissuta questa vicenda posso dire che le cose che sto dicendo corrispondono alla realtà. Offre la propria disponibilità al sindaco, incontra già la società del nord e dice: ‘Siamo pronti’. Dopo che avevamo fatto già un bonifico, non so di quanto, 80-90 mila euro per accreditarsi, per dire: ‘Noi ci siamo, stiamo facendo sul serio’. Praticamente gli dà l’ok il sindaco. Solo che – non so per quale motivo – probabilmente il sindaco scopre che Azzariti è amico di Iaccarino, perché Azzariti ha fatto la campagna elettorale a Iaccarino alle primarie. Non so per quale motivo arriva a questa conclusione. Che fa il sindaco? Scalza Azzariti, che tramite la sua società GIone di Pinerolo versa già un acconto a questa società che si è aggiudicata l’appalto in progetto di finanza, e dice: ‘Devi farmi una cortesia personale?’ – ‘Quale, sindaco?’ – ‘Ti devi mettere da parte perché questa qui gliel’aveva promessa a Michele D’Alba’. Quindi il subappalto della casa madre lo doveva prendere Michele D’Alba. Scopro poi nel tempo Michele D’Alba e Azzariti nemici acerrimi, nonostante il fatto che lo stesso Azzariti sia stato primo collaboratore del Michele D’Alba”.
“L’amico di merenda”
Il legame tra Landella e l’imprenditore D’Alba spunta anche in una conversazione con protagonista l’ex consigliere comunale Bruno Longo, anche lui coinvolto recentemente in un blitz delle forze dell’ordine, operazione “Nuvola d’Oro”. “Gli interlocutori – riportano le carte dell’inchiesta – parlano degli schieramenti politici in relazione alla mozione di sfiducia del presidente del Consiglio comunale di Foggia Iaccarino (la storia delle pistolettate di Capodanno, ndr) rappresentando che non ci sarebbero i numeri per l’approvazione della citata mozione. Bruno Longo continua dicendo che avrebbero deciso di prendere del tempo – riportano ancora gli inquirenti – e non 48 ore come scriverebbe il quotidiano l’Attacco, giornale che secondo lo stesso sarebbe pagato da Michele D’Alba, quest’ultimo definito ‘amico di merenda’ del sindaco Franco Landella”.

“Il signor sindaco sta facendo delle cose molto cattive”
Iaccarino possedeva audio compromettenti circa la tentata concussione che Landella avrebbe perpetrato nei confronti di Azzariti e ne parlò anche con Bruno Longo. A riguardo c’è un’intercettazione telefonica tra i due ex consiglieri comunali.
Bruno Longo: Leo
Leonardo Iaccarino: Buongiorno
Bruno Longo: Novità?
Leonardo Iaccarino: Come stai?
Bruno Longo: Bene bene, che mi dici?
Leonardo Iaccarino: Bruno, se riusciamo a fare il processo inverso, cioè, tu passeresti per casa mia perchè ho delle comunicazioni amministrative da farti? Quando vuoi
Bruno Longo: Si, dammi un po’ di tempo, magari nel pomeriggio perché sto, io sto dall’Onorevole Agostinacchio, Leo, stiamo (Ndv si sentono parole poco comprensibili, probabilmente pronunciate dall’onorevole Agostinacchio finalizzate a salutare Iaccarino), che ti porge i saluti.
Leonardo Iaccarino: Grazie, ricambio con affetto all’Onorevole Agostinacchio. Ho da riferirti delle cose molto importanti che ti riguardano e piuttosto urgenti, dove, purtroppo, mio malgrado, il signor sindaco sta facendo delle cose molto cattive nei tuoi riguardi e questa cosa mi dispiace fortemente e sono disponibile a tutto, a tutto, pur di salvaguardare la tua persona, perché, Bruno, sta facendo cose molto cattive verso di te, molto, molto, molto.
Bruno Longo: Senti, Leo, io sto riferendo di quella situazione di cui noi abbiamo parlato spesso del vero motivo della discussione.
Leonardo Iaccarino: Si si.
Bruno Longo: E di quelle registrazioni, dal punto di vista procedurale.
Leonardo Iaccarino: Si.
Bruno Longo: L’Onorevole ti vorrebbe ascoltare per darti dei consigli.
Leonardo Iaccarino: Comunque, fortunatamente, fortunatamente, stamattina, sono stato in grado anche di, di avere prove provate sulla richiesta, quindi, è venuto a trovarmi un caro amico.
Bruno Longo: (parola incomprensibile)
Leonardo Iaccarino: Sono stato cattivo nel dover registrare il tutto però devo pensare a dover salvaguardare la mia persona e quella del mio amico fraterno Bruno.
Il 23 aprile 2020 Longo invitò Iaccarino “a passare a prenderlo – si legge nelle carte – per poi recarsi insieme presso lo studio dell’onorevole Agostinacchio, ove si sarebbe dovuto tenere un incontro sia con quest’ultimo che con un altro professionista estraneo alla politica. Stando alle parole di Bruno Longo, scopo della riunione era quello di valutare la rilevanza penale del materiale informatico di cui era in possesso Leonardo Iaccarino”.