La chirurgia protesica di anca e ginocchio è un settore che coinvolge un numero sempre maggiore di pazienti e richiede un costante aggiornamento su tecniche chirurgiche e materiali utilizzati. Il dottor Antonello Della Rocca, laureato in Medicina e Chirurgia all’Università di Roma La Sapienza e specializzato in Ortopedia e Traumatologia, è un punto di riferimento grazie all’esperienza maturata all’Humanitas di Rozzano (Milano) con il professor Guido Grappiolo, centro di riferimento per le patologie dell’anca e del ginocchio. “Con l’aumento dell’età media oggi cresce il numero di pazienti che ricorrono alle protesi di anca e ginocchio. La patologia può essere di natura traumatica o degenerativa, e la chirurgia aiuta a migliorare la qualità della vita, soprattutto se si riesce ad intervenire in tempo”.
Ginocchio e anca sono snodi delle articolazioni centrali e la loro funzione diventa fondamentale per il benessere e le attività quotidiane. Non sono solo gli anziani che ricorrono alla chirurgia protesica, ma un numero sempre maggiore di persone di mezza età, traumatizzati per incidenti, sport o per lavori usuranti.
“In questo settore è fondamentale l’aggiornamento su tecniche chirurgiche e materiali per le protesi, per esempio la chirurgia mininvasiva è fondamentale per risparmiare tessuto osseo e muscolare ed aver un minor rischio infettivo, oltre ad aver un risvolto estetico. Altra innovazione nella chirurgia è l’utilizzo della chirurgia robotica, che ci permette di raggiungere massima accuratezza chirurgica, ripristino dell’ anatomia originale del paziente, utilizzo di impianti primary con risparmio osseo anche in casi difficili (gravi deviazione degli arti inferiori, post-trauma), inoltre negli interventi di revisione complessa dell’anca si eseguono modelli anatomici in 3D personalizzati sul paziente”.
“Fondamentale è il fast track, con un veloce decorso postoperatorio, rimettendo in piedi il paziente già nella stessa giornata dell’intervento con un valido recupero delle sue funzionalità e una significativa diminuzione dei tempi di ricovero”. Questo è consentito grazie ad un’efficace lavoro di équipe che affianca il dottor Della Rocca, con anestesisti, infermieri, fisioterapisti, infermieri del dolore e hospitalist (team di medici internisti). L’anestesia locoregionale gioca un ruolo importante anche in termini di recupero funzionale: sia in Humanitas, così come in altri centri in Italia dove opera il dottor Della Rocca, le metodiche e l’approccio globale del paziente consentono di rimetterlo in piedi già poche ore dopo l’intervento. “Nell’approccio con il paziente è molto importante una valutazione complessiva per informarlo non solo sull’intervento, ma anche sul decorso post operatorio e sulla ripresa delle attività quotidiane. L’obiettivo è eliminare il dolore e riprendere normali attività come fare una passeggiata ed anche fare sport.
Un cenno va fatto anche alle tecniche conservative che, grazie alla metodologia ecoguidata, consentono di infiltrare in articolazione acido ialuronico, cellule mesenchimali o derivati piastrinici con il solo obiettivo ad oggi certificato di tamponare la degenerazione artrosica. Dopo le indagini radiografiche o di risonanza magnetica, o tac si pianifica la protesi da adoperare: “Oggi la tecnologia ci mette a disposizione un ampio ventaglio di soluzioni, ma la vera differenza la fa il gesto del chirurgo, che rappresenta il valore aggiunto di ogni intervento: il paziente si affida a noi completamente e dobbiamo sapere come risparmiare i muscoli, l’osso o come intervenire sull’anca o sul ginocchio anche in ragione della ripresa post operatoria. Oggi le tecniche mini invasive ci danno un grande aiuto, ma è tutto affidato al chirurgo”.
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