Sono di nuovo davanti alla prefettura di Foggia le famiglie foggiane dell’emergenza abitativa, per ora rimaste ancora fuori dalle assegnazioni dell’Arca Capitanata, che sta seguendo le situazioni più critiche e ha quasi risolto i problemi delle mamme dei container di Via San Severo consegnando anche alcuni appartamenti nuovissimi come quelli in Via Confalonieri della settimana scorsa. Bassi del centro storico, ex distretto militare e palazzina di Via San Severo, sono queste le emergenze rimaste appese, in tutto 36 famiglie, con molti minori, persone disabili e alcuni casi particolari di malattie gravi.
A loro gli uffici comunali di Via Gramsci hanno offerto una opzione per 3 camere dopo l’International su Via Bari, negli alloggi della signora Aurora Croce. Il contratto però andrebbe stipulato dalle stesse famiglie, con alcune regole. Per chi supera un Isee di 4mila euro all’anno (e tutti lo superano perché molti sono percettori di reddito di cittadinanza), l’affitto ammonterebbe a 150 euro al mese. Il Comune potrebbe garantire solo un contributo sociale.
Ebbene, ricevute dal prefetto Raffaele Grassi, le donne torneranno in Prefettura questa sera, dovranno preparare una lettera resoconto ragguagliando in un riassunto tutti i temi. Sgombero, sfratto, case pericolanti, umidità, zone cieche. Intanto nella palazzina di Via San Severo un uomo che vive lì disabile 45enne ha una infezione al ginocchio, gli è stato amputato l’arto. E oggi si è recato al Pronto Soccorso. Un’altra signora fa la chemio e dorme in tenda. “Abbiamo provato a chiedere una casa in affitto, ma tutti non si fidano, cercano la busta paga né credono al contributo del Comune. Per tutti noi ci sono state offerte solo 3 camere, per 32 famiglie. E noi dovremmo portare le nostre famiglie dove vanno le prostitute?”, si chiede Lucia a l’Immediato. L’emergenza continua.