Nella mattinata di domenica 31 gennaio, le Guardie Ambientali Italiane di Manfredonia, impegnate sul territorio per la salvaguardia e tutela dell’ambiente, hanno scoperto e denunciato all’autorità competente, l’abbandono di circa 80 pneumatici, a ridosso di un casolare abbandonato, in contrada Innacquata, del comprensorio di Zapponeta.
“Chi abbandona deliberatamente i rifiuti trasformando i luoghi in discariche abusive commette un crimine ambientale: ovvero è un criminale”, scrive in una nota, Alessandro Manzella delle Guardie Ambientali. “La Puglia ‘grazie’ a questi criminali, è al secondo posto in quanto a reati contro l’ambiente. Gli abbandoni di pneumatici costituiscono sicuramente un problema ambientale di dimensioni notevoli, un problema per le casse dei Comuni, chiamati a rimuoverli a proprie spese e un ‘fastidio’ per gli addetti ai controlli costretti agli interventi, allorquando abbandonati illegalmente. Sicuramente gli abbandoni di tali rifiuti avvengono dappertutto, su aree private e pubbliche, il suo dilagare avviene in modo esponenziale considerato che il settore dei trasporti su gomma sia di merci (camion) che di persone (autovetture) è in continua crescita. Un pneumatico per autovettura del peso di circa sei chili è composto per quasi una metà da elastomeri (la cosiddetta gomma), per un quinto da carbonio, il carbon black e per il rimanente da oli, vulcanizzanti, ossidi di zinco, acciaio (attorno al 15%) e da materiali tessili. La composizione dei materiali rende il pneumatico non biodegradabile o per meglio dire di scarsa biodegradabilità (occorrono oltre 1000 anni per la totale biodegradabilità) questo aspetto unitamente alla facilità di combustione del P.E. e al ristagno, al loro interno, d’acqua con proliferazione di insetti e rischio di infezioni accentua il problema ambientale degli abbandoni senza trascurare che se bruciati sprigionano gas tossici nell’atmosfera rilasciando metalli pesanti e benzene”.
“Il dilagare dell’illegalità costituita dagli abbandoni di pneumatici esausti, sempre più in modo esponenziale e per la maggior parte con l’impunità degli autori, veri e propri criminali – conclude Manzella -, impone una seria riflessione da parte di chi dovrebbe, per fronteggiare e ridurre ai minimi termini tale forma di illegalità, adoperarsi con controlli seri professionali e questo, soprattutto, in fase preventiva, e non solo quando chiamati a misfatto compiuto”.