C’è tutto nel bellissimo rap di alcuni membri dei Tavola 28 che insieme ad altri giovani hanno rimasterizzato gli spari e il “Nun è na barzelett” di Leonardo Iaccarino, il “bombardamento” di Franco Landella e gli “auguri” di capodanno alla malavita, con un testo assai amaro sulla città e sul “triste primato” delle classifiche per la qualità della vita.
Il rap, dal titolo “C’era uno di Candelaro uno del Cep e uno della stazione”, è su Spotify, ascoltabile a questo indirizzo: clicca qui.
“Spara che c’è un altro colpo, non ti resta che raschiare quando tocchi il fondo”, cantano.
“Come se i nostri drammi li potessi raccontare, qui non c’è un ca**o da scherzare, la gente in gamba preferisce migrare, perché è la cosa più normale, in una terra senza prospettiva, gli adolescenti alla deriva, a furia di parlare sprechiamo saliva e non vi sputiamo in faccia? Ah la mascherina, quello che vedi? Cattivi esempi, brutti momenti, stringiamo i denti. Stanchi di promesse… il sindaco che presta il teatro (il caso della sala Fedora, ndr), qui è normale solo questo triste primato. Foggia come Gotham, qui non è politica, sanno grattarsi il pacco incollati alle poltrone. Giovani con sogni infranti, emigratis emigranti”, è il rap, che include anche i “figli di..”, i figli della Foggia bene, gli unici che possono sopravvivere.
“I figli di chi spara contro i figli di chi gli hanno ucciso il padre. Ignoranza, non curanza, manovalanza, testimonianza, sudditanza, poltrone in odore di alleanza.
Per gli altri non resta che l’invito finale a prendere l’aereo e ad emigrare. “Prendi un aereo e vattene”. (In alto, i Tavola 28; a destra, Landella e Iaccarino)