I carabinieri del Nas stanno acquisendo in diverse Regioni l’elenco dei vaccinandi, per verificare se, nella compilazione, ci sono stati abusi tali da configurare ipotesi di reato. L’ultimo aggiornamento indica che, sul totale di 701.623 vaccinati, abbiamo 558.155 operatori sanitari e sociosanitari, 47.488 ospiti delle strutture residenziali (Rsa) e ben 95.980 soggetti classificati “personale non sanitario”. Categoria sufficientemente generica per inglobare tutti coloro che, indipendentemente dall’età, gravitano nell’universo delle Asl e degli ospedali: gli amministrativi che lavorano in ufficio, gli addetti alla manutenzione e alle pulizie, i manager, i cuochi e i camerieri delle mense, i centralinisti, gli uscieri, gli specialisti medici che non lavorano direttamente con i contagiati. Oltre ovviamente ai furbi, che spuntano sempre: gli amici degli amici, le mogli dei dottori, politici locali, qualche fortunato dell’ultimo minuto. L’Immediato ne ha dato notizia, evidenziando alcuni casi sospetti, ma le segnalazioni sono moltissime.
“Sui social e su Whatsapp – secondo Giandiego Gatta, Stefano Lacatena e Paride Mazzotta di FI – circolano foto di persone che non rientrano nelle categorie incluse nel piano mentre si sottopongono a vaccinazione. Se ci sono stati errori, chiediamo di sapere quali provvedimenti verranno presi anche a nome dei cittadini senza ‘santi in paradiso'”. E per Davide Bellomo (Lega) “sarebbe opportuno che le Asl rendessero pubblico il cronoprogramma di massima delle vaccinazioni. Non possiamo tollerare che persone scelte per caso, anche se in buona fede, da parte di volenterosi operatori sanitari ricevano il vaccino prima di determinate categorie”.
Nelle intenzioni di chi l’ha pensata e progettata, la Fase 1 della campagna doveva avere un altro andamento, privilegiare i più vulnerabili e riservare una quota minore ai “non sanitari”. Che invece oggi sono il doppio degli anziani delle Rsa.
Il quotidiano Repubblica ha avuto accesso ai dati scorporati regione per regione, aggiornati alle 19 di ieri sera, che non compaiono nel cruscotto pubblicato dalla struttura del commissario Arcuri. Andiamo con gli esempi: in Campania, su 68.138 vaccinati ci sono 1.262 anziani delle Rsa e 10.583 di personale non sanitario; in Calabria 10.940 vaccinati di cui 1.190 non sanitari e zero Rsa; in Sicilia 61.694 vaccinati di cui 1.328 ospiti delle case di riposo e 8.719 non sanitari; nelle Marche hanno vaccinato appena 145 ospiti Rsa e 1.834 non sanitari; nel Lazio su 66.773 vaccinati 6.019 sono non sanitari e 4.356 gli anziani; in Lombardia 69.712 vaccinati, 10.397 personale non sanitario, appena 1.631 anziani delle case di riposo; infine il caso limite dell’Emilia Romagna, dove a fronte di 71.293 somministrazioni, 4.765 sono state dedicate alle Rsa e 21.341, quattro volte di più, ad amministrativi, dipendenti, pulitori, impiegati.
Il risultato è che la fascia di età più coperta è quella 50-59 anni (195 mila somministrazioni), contro i 16 mila della 70-79, i 20 mila della 80-89 anni, i 15 mila della over 90. Poiché vaccinare tutti gli ultraottantenni può diminuire, secondo alcune stime, il tasso di morti per Covid del 50 per cento, al governo si fa strada l’ipotesi di includerli nella prima fase della campagna (adesso il loro inserimento negli elenchi è a fine febbraio). Si valuta anche di anticipare la somministrazione agli insegnanti, per accelerare la riapertura delle scuole.