Il soldato della Società Foggiana, Erjon Rameta detto Antonio va a processo. Il 32enne albanese, accusato di essere l’esecutore materiale di due attentati dinamitardi a Foggia, ha ammesso ogni addebito e chiesto di essere processato con rito abbreviato.
La prima bomba al pub Poseidon all’alba del 12 novembre del 2019, in vicolo Ciancarella, pieno centro storico; il secondo attentato al centro diurno per anziani “Il Sorriso di Stefano”, saltato in aria il 16 gennaio 2020 in via Vincenzo Acquaviva.
Oggi in udienza si sono costituite parte civile le associazioni foggiane Panunzio e Fai Antiracket. Tra le vittime degli attentati, i fratelli Luca e Cristian Vigilante del Gruppo Telesforo, società proprietaria del centro per anziani. “Non escludiamo di costituirci parte civile anche noi entro i termini della prossima udienza”, ha fatto sapere Luca Vigilante (giovane manager foggiano sotto scorta), precisando però di sentirsi “già rappresentato” in quanto “componente del Fai”. Prossima udienza il 4 marzo. Tra i grandi accusatori di Rameta c’è il pentito Carlo Verderosa, ex membro della batteria Moretti-Pellegrino-Lanza. Agli inquirenti, Verderosa spiega che il 32enne albanese era persona “a disposizione” dei clan. (In alto, Antonio Rameta; nel riquadro, il pentito Carlo Verderosa)