Il 30 luglio 2019 Federico Gentile divenne ufficialmente un nuovo calciatore del Foggia ed il primo acquisto della nuova proprietà sarda e nessuno si sarebbe aspettato che, invece, a distanza di poco più di un anno, il 21 dicembre 2020, ci sarebbe stato un epilogo così drammatico. Ieri sera, infatti, il direttore Ninni Corda, intervenuto in una trasmissione di un’emittente locale, ha sottolineato che, riportando le esatte parole, “Gentile al 90% lascerà il Foggia”. Ma facciamo un passo indietro e ricostruiamo l’avventura del numero 8 con la casacca della squadra dauna. Sin dai primi match Gentile è “l’allenatore in campo” ed il leader dello spogliatoio. La fascia da capitano e la determinazione in ogni prestazione sembrano i giusti presupposti per rendere idilliaco il rapporto tra il centrocampista e il Foggia. Legame che si sarebbe dovuto rafforzare ancor più con la promozione in Serie C, raggiunta anche grazie ai 7 gol del numero 8 che si classifica come capocannoniere rossonero della stagione 2019/2020. Ma ciò non è avvenuto.
All’alba della nuova stagione Gentile inizia a diventare vittima di minacce ed intimidazioni che, in primo luogo, lo costringono a lasciare la fascia da capitano e che la notte del 2 dicembre superano ogni limite: la porta della sua abitazione viene incendiata e per poco si riesce a sventare la tragedia. Da quel giorno sono passate alcune settimane e l’eco mediatico della vicenda ha scosso tutti i tifosi rossoneri che, nonostante ciò, rimanevano fiduciosi di una permanenza del centrocampista al Foggia. Purtroppo, però, molto probabilmente le strade di Gentile e dei pugliesi si separeranno già da gennaio, come anticipato da Corda e confermato da Cristian Anelli, suo grande amico oltre che compagno di squadra, ai nostri microfoni: “Federico è molto scosso. L’ho sentito anche oggi ma purtroppo quasi sicuramente non rientrerà” – esordisce il difensore, che aggiunge: “Sicuramente per la squadra è una grande perdita sia dal punto di vista tecnico che di spogliatoio. È un uomo che ha sempre dato tanto per il Foggia e questo finale è una sconfitta per tutti noi”. Anche il presidente Felleca ha tenuto a rimarcare la gravità del gesto e della conseguente decisione di Gentile ai microfoni de l’Immediato: “Federico e la famiglia non sono abituati a cose simili e non hanno superato psicologicamente questo episodio, che è l’ennesimo gesto ai danni di un uomo ma soprattutto di un professionista. Il capocannoniere dell’anno scorso, protagonista della rinascita e della risalita tra i professionisti trattato in questo modo: questo non è più sport mi dispiace. Tutto questo è assurdo”. Ovviamente, non è possibile giudicare la decisione del calciatore e della sua famiglia, ma resta un grande amaro in bocca per un finale drammatico, causato da atti deprecabili che nella nostra città stanno diventando, nostro malgrado, una consuetudine che sconvolge tutti i tessuti della società, dall’economia fino allo sport.