“Dall’inizio dell’anno oltre 10mila donne si sono rivolte ai centri antiviolenza in tutta la Puglia. Colpa anche del lockdown che ha chiuso nella stessa gabbia maltrattante e maltrattata”. Così Rosaria Capozzi, presidente del “Filo di Arianna”, intervenuta nel giorno dell’inaugurazione del centro antiviolenza di Vieste. “Noi personalmente – spiega a l’Immediato – abbiamo assistito 109 donne da gennaio a settembre. La metà coniugate, l’altra per un quarto single per l’altro separate o comunque divise dal compagno. Ciò vuol dire che la maggior parte delle violenze si registra a casa. Colpevole è proprio tuo marito, colui che con te ha avuto i figli e che oggi ti maltratta fisicamente, psicologicamente, economicamente. Nel 2020 abbiamo riscontrato un +6% di femminicidi, in Italia sono già 62. La violenza più grave? Quella psicologica. Tenere la donna in schiavitù. Offrendo tra le altre cose ai tuoi figli un esempio sbagliato, perdente e terribile per loro”.
“Sul Gargano purtroppo tante richieste – ha aggiunto Capozzi -. Io faccio sempre un parallelo. Se in questa zona c’è una grande vitalità di piccoli delinquenti e di persone che sbarcano il lunario delinquendo, è chiaro che a casa non saranno mai dei buoni padri. Anche per questo era necessario che l’ambito di Vico si dotasse di sportelli in presenza nei comuni più grandi ma più che altro perché vogliamo inserirci nel tessuto sociale con l’ambizione di cambiarlo. Soprattutto con la prevenzione. Per far capire che non c’è nulla di normale nella violenza e che ci sono i mezzi per decidere di separarsi. Ecco allora il numero per chiedere aiuto, attivo h24, tutti i giorni: 3407685267″.