La morte del secondo operatore di Sanitaservice Foggia per Covid in provincia ha spinto l’Asl ad avviare una indagine. Al momento, dai ufficiali, sono 16 i positivi registrati dall’inizio della pandemia mentre risultano esserci, attualmente, 36 lavoratori in quarantena precauzionale, come previsto dal protocollo: sono tutti in attesa del tampone che verrà effettuato dal settimo giorno di quarantena.
Dalle informazioni interne, risulterebbe che 10 contagi avrebbero avuto origine da contatti esterni e non sarebbero dunque riconducibili all’attività prestata nel 118. Tuttavia, la valutazione finale spetterà al Dipartimento dell’Asl e al medico competente. Sui decessi, invece, due sono morti sicuramente per il Covid-19. Di questi, il primo a marzo, Nicola Ciccomascolo, ha contratto l’infezione sul posto di lavoro. Il secondo, Alberto Cavalli, deceduto purtroppo ieri l’altro ha contratto il virus, molto probabilmente, da contatti esterni al posto di lavoro.
Bisogna precisare, infine, che la società in house dell’Asl Foggia conta circa mille dipendenti in totale, di cui la quasi totalità impegnati in prima linea sul fronte sanitario. Nelle ultime settimane è stato più volte segnalato il sovraccarico e lo stress del personale, parzialmente compensato dall’aggiunta di nuove postazioni e di figure jolly capaci di sostituire il personale positivo o in quarantena. Ma, evidentemente, l’accelerazione della seconda ondata in Capitanata – oggi è stata richiesta la zona rossa dal governatore Michele Emiliano – sta mettendo in ginocchio l’intero sistema dell’emergenza-urgenza.