Landella dopo il blitz: “Da Palmisano fango sulla città. Scioglimento del Comune? Morra lancia accuse infondate, si informi”

“A nome dell’amministrazione comunale e dell’intera città, mi congratulo con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, la Direzione Distrettuale Antimafia di Bari, la Procura della Repubblica di Foggia e con gli agenti della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carabinieri per aver condotto un’importante operazione che ha inferto un duro colpo ai clan mafiosi che operano in città. Il Comune di Foggia è pronto a costituirsi nuovamente parte civile in un eventuale processo”. Lo ha scritto in una nota, il sindaco Franco Landella.
Che poi replica duramente ad alcune recenti accuse. “È cocente constatare che Leonardo Palmisano lanci accuse gratuite e senza fondamento contro la nostra comunità e contro l’amministrazione, che andrebbe sciolta per mafia ‘per il coinvolgimento di colletti bianchi’. In quali vesti scrive Palmisano: da politico, magistrato o giornalista? – chiede Landella – Quali prove o evidenze egli possiede per scrivere tali sconcertanti banalità? Dove inizia il diritto di cronaca e dove finiscono le chiacchiere da bar dello sport? Quale sociologo ha interesse a gettare fango su un’intera città, impegnata in un’importante battaglia per liberarsi dalla cappa mafiosa che la opprime: una tematica così delicata viene troppo spesso volgarmente strumentalizzata per fini di carrierismo politico ed elettorale. In realtà è stato tratto in arresto un operatore servizi cimiteriali, operante nell’Ufficio Deceduti del Comune di Foggia, tra l’altro assunto a Palazzo di Città quando governava il centrosinistra: nessun amministratore, dirigente o esponente politico è stato interessato dall’operazione di polizia giudiziaria odierna”.
Infine, una risposta anche al presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra che ha invocato l’arrivo in Comune della Commissione d’accesso agli atti, un atto solitamente propedeutico allo scioglimento per mafia. “Ad informarsi meglio prima di lanciare accuse infondate: il dipendente destinatario della misura cautelare, infatti, non solo non è un funzionario e a quanto risulta dagli atti di indagine non forniva informazioni sui bandi pubblici comunali”.



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