L’ordinanza del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano ha scosso il mondo della scuola. Nonostante le misure già adottate dagli istituti (distanziamento interpersonale, didattica mista, dispenser di igienizzanti), da lunedì 26 ottobre gli alunni delle ultime tre classi superiori parteciperanno alle lezioni esclusivamente online attraverso le piattaforme indicate da ogni scuola.
La dirigente dell’ITET Blaise Pascal Giuliarosa Trimboli ha illustrato a l’Immediato le conseguenze che questo provvedimento può avere sulla formazione degli studenti.
“È la decisione più rapida e calibrata per questo periodo di emergenza”, ha commentato la preside, ricordando che “con una didattica a distanza ben strutturata gli alunni non dovrebbero essere penalizzati sotto il punto di vista formativo”.
Anche alcuni prof e alunni hanno palesato le loro opinioni ai nostri microfoni, facendo emergere idee contrastanti. La docente Severo ha evidenziato come l’ordinanza svantaggi i ragazzi con il sostegno che, riportando le parole della docente, “hanno bisogno di contesti di socializzazione e integrazione, difficilmente raggiungibili con una didattica in remoto”.
Tra i ragazzi, l’opinione più comune è che il provvedimento svantaggi gli studenti delle classi quinte che dovranno sostenere l’esame di stato a fine anno. Per alcuni alunni sarebbe stato più opportuno far continuare le lezioni in presenza alle prime e alle quinte classe, invece di prime e seconde. Inoltre, come evidenziato da un ragazzo intervistato, la chiusura può rappresentare un controsenso dopo gli innumerevoli fondi stanziati per le scuole ad inizio anno dal ministero dell’istruzione.
Altri, invece, sostengono che l’ordinanza sia stata fondamentale per evitare situazioni di sovraffollamento nei mezzi pubblici. Il docente Identi ha definito il provvedimento “farraginoso e confuso”, dato che il problema nasce dall’inefficienza dei trasporti e doveva essere affrontato già da tempo.