Potrebbe essere ufficializzata in queste ore la candidatura della storica dirigente azzurra Michaela Di Donna nella lista Udc+Nuovo Psi voluta da Lorenzo Cesa e Raffaele Fitto. La cognata del sindaco di Foggia Franco Landella accetta dunque la prima collocazione che le è stata proposta dal leader di Maglie più di un mese fa.
All’incontro a Bari insieme a Franco Landella si sono presentati il segretario provinciale dell’Udc Francesco D’Innocenzio, convocato da Fitto, e alcuni landelliani di ferro come Pasquale Rignanese e Dario Iacovangelo per rappresentare al candidato presidente le loro rimostranze.
Landella, che ha stracciato settimane di dialogo con Emiliano e un approdo più che sicuro per la cognata in una lista che l’avrebbe eletta in ogni caso, ha scelto il centrodestra, non senza un grosso ridimensionamento, perché Di Donna è fuori dai grandi partiti dalla sicura elezione, i due sovranisti, Lega e FdI, ed è fuori da Forza Italia, dopo oltre 25 anni di militanza.
La lista Udc è considerata più che debole in tutta la Puglia, assai difficilmente raggiungerà il 4% secondo gli analisti. Ecco perché secondo i rumors Fitto avrebbe assicurato in caso di mancata elezione per Di Donna (cosa molto probabile anche in caso di vittoria di Fitto) un posto da assessora e una buona uscita per lo stesso Landella, che avrebbe portato a casa la capolistatura alle prossime Politiche nel nuovo contenitore centrista del centrodestra.
C’è da credere a queste promesse? Gli alleati già scalpitano.
Un meloniano è schietto: “Gli assessori esterni da statuto della regione sono solo due. Ovviamente ognuno è libero di credere quel che vuole. La Capitanata e la Puglia bisogno di assessorati che portino decisività nello sviluppo del territorio. Assessorati che rispondano all’esigenza di un territorio che ha bisogno di risposte ai troppi interrogativi inevasi lasciati dal governo Emiliano. Assessorati, e assessori, che abbiano una visione politica netta per il rilancio della Capitanata. Assessorati e assessori che conoscano le dinamiche regionali e la regione, e sappiano dal primo minuto avviare un processo di cambiamento che già da gennaio 2021 possano essere produttivi dei primi interventi. È inutile fare il libro dei sogni o inseguire fantasticherie autoreferenziali, qui c’è da lavorare duro. C’è un governo e un sottogoverno regionale che deve essere funzionale al territorio e non ad altro che, pur rispettabile, non è tra le priorità da seguire”.