Da qualche giorno alle Isole Tremiti il sindaco Antonio Fentini ha agitato una polemica contro l’Ente Parco del Gargano, sulla gestione degli ormeggi all’interno dell’Area Marina Protetta, la cui gestione è affidata all’Ente Parco dal Ministero dell’Ambiente.
Da quando è cominciata la stagione estiva, post Covid, quest’anno particolarmente florida anche dal punto di vista elettorale, con San Domino meta di incontri politici con Bruno Vespa e non solo, come tutti gli anni, ancora non si risolve la questione della gestione del campo boe per l’attracco dei diportisti. Il sindaco così come tanti operatori turistici, chiedono da tempo a gran voce una struttura portuale, che ha già sollevato la levata di scudi degli ambientalisti, ma che risolverebbe tanti problemi di approdo e di fruibilità delle Tremiti per tutto il territorio. “C’è una economia locale che non può essere soffocata da limiti gestionali”, ammette a l’Immediato il presidente del Parco del Gargano, l’economista e docente universitario Pasquale Pazienza.
Nei mesi di lockdown nella sede di Monte Sant’Angelo, il Parco del Gargano ha messo i 21 dipendenti in smart working nel rispetto delle prescrizioni governative e a tutela di alcune situazioni particolari esposte ad elevato rischio.
“Sul tema del campo boe, il sindaco Fentini ha ragione; la lamentela che lui esprime è giusta anche se ci sono degli aspetti che vanno considerati e chiariti. Il regolamento per l’uso dei gavitelli da parte degli operatori del trasporto marittimo locale e dei diportisti è stato riorganizzato sin da fine aprile. Doveva essere approvato già nella seduta del Consiglio Direttivo del 12 maggio (saltata per disguidi tecnologici che non hanno consentito di svolgere la programmata riunione di Consiglio Direttivo in modalità telematica) e poi passato nella seduta del 5 giugno” spiega in esordio alla nostra testata il presidente.
“Per un preciso resoconto delle vicende associate alla lamentela della Comunità delle Tremiti, però, va anche precisato che bisogna tener distinti il momento dell’atto d’indirizzo (che è di competenza della Presidenza) da quello gestionale (che è di competenza della funzione di Direzione). L’indirizzo ad operare sul tema del campo boe nell’AMP Isole Tremiti era stato già dato a gennaio 2020, appena dopo la fase delle vacanze natalizie con l’intento di avviare sollecitamente tutte le procedure necessarie e addivenire all’allestimento del campo boe con un certo anticipo rispetto a quanto osservato negli. Nonostante l’indirizzo dato con così grande anticipo, però, la funzione di direzione (all’epoca ricoperta come facente funzione da Carmela Strizzi), ritenendo di avere abbondante tempo per espletare le procedure del caso, non si è attivata con la medesima sollecitudine. Ed è arrivato il Covid-19 e il lockdown. Inoltre, la consapevolezza di poter riaprire le attività grazie alla possibilità di potersi muovere al di fuori dei confini comunali è giunta agli inizi di giugno (3 giugno). Contemporaneamente, l’Ente si è trovato nella fase di transizione della funzione di Direzione; in data 1 giugno Maria Villani (nuova direttrice dell’Ente Parco) prendeva il posto di Carmela Strizzi (fino ad allora nel ruolo di direttore facente funzione)”.
Il passaggio di consegne in direzione tra la ex direttrice Carmela Strizzi e la nuova Maria Villani, (indicata dal Ministero dell’Ambiente nella terna scelta prima dell’entrata in ruolo di Pazienza e rimasta inalterata anche dopo la nomina di questo) ha comportato anche alcuni ritardi gestionali. E l’affidamento della gestione del campo boe è tra questi.
La nuova direttrice, come spiega il presidente Pazienza, è stata sensibilizzata dalla presidenza ad entrare sollecitamente nel merito delle procedure lasciate in sospeso dalla precedente funzione di direzione e a portarle a termine nel più breve tempo possibile. A riguardo, la presidenza, in ragione dell’urgenza nelle cose, evidenziava l’opportunità di procedere con affidamenti diretti (trattandosi di affidamento di attività caratterizzate da valori economici sotto soglia). A riscontro di ciò, la scelta della funzione di direzione è stata diversa: affidamento diretto per l’attività di installazione e rimozione dei gavitelli (la determina di affidamento è stata firmata in data 6 luglio) e procedura negoziata (che richiede tempo più lungo) per l’affidamento della gestione del campo boe.
“L’Area Marina Protetta delle Isole Tremiti, la nostra riserva marina, è gestita dal Parco per attribuzione del Ministero, ma questo non prevede una presenza fisica e fissa nelle Isole (cosa alla quale, comunque, si sta pensando). Nell’Ente sono presenti – e a breve saranno meglio organizzate – delle funzioni tecnico-amministrative dedicate, che hanno il compito di seguire le vicende tecnico-scientifiche e gestionali dell’area. C’è un’idea di affermare una presenza più costante del Parco alle Tremiti ma questa va resa oggetto di confronto con il sindaco e, soprattutto, col Ministero. Questa considerazione vale anche nei termini di affermare un vero e proprio centro visite; il Parco ha da poco compiuto il suo 25esimo compleanno senza avere un sistema di centri visite consolidato e ciò appare un dato particolare”.
Per le Tremiti e con il Comune delle Isole Tremiti, l’Ente Parco ha presentato delle proposte progettuali anche ai benefici di alcuni fondi specifici gestiti dalla Regione Puglia; delle vere e proprie novità che saranno illustrate prossimamente nel caso di valutazione positiva da parte della Regione. Sul porto Pazienza non conosce nello specifico il progetto ma non ha delle chiusure preventive. La valutazione della bontà del progetto spetta al Ministero dei Trasporti e, secondo lui, osserva, “le tecniche più moderne di progettazione di infrastrutture possono anche proporre delle soluzioni ambientalmente compatibili oltre a prevedere delle misure di compensazioni finalizzate al miglioramento della qualità ambientale dei luoghi”.
E conclude: “Dobbiamo creare una cultura rinnovata, la tutela ambientale come presupposto, elemento essenziale, come ‘fattore produttivo’ capace di instradare le vicende socio-economiche del territorio locale verso forme di sviluppo socio-economico sostenibile. Se non ci apriamo ad organizzare forme di fruizione (certamente ambientalmente compatibili) resta solo il tema della tutela della biodiversità., però, ci ritroveremmo ad affermare una logica fissista per la quale ‘l’ambiente c’è e non si tocca’ per buona pace dei tanti giovani del nostro territorio che non avendo opportunità, contribuiscono ad alimentare quell’emorragia demografica che già da tempo conosce la nostra intera provincia”.