
L’ultima relazione della Corte dei Conti è stata salutata con entusiasmo dal sindaco Franco Landella, dall’assessore al Bilancio Antonio Bove e dal dirigente Carlo Dicesare, tanto da annunciare l’imminente capacità di assunzioni al Comune, anche grazie all’ultimo provvedimento del Governo che apre scenari nuovi per i Comuni in regime di Salva Enti e in dissesto.
Le valutazioni sono rinviate alla prossima relazione del Comune di Foggia prevista per le prossime settimane, che dovrà cristallizzare la situazione finanziaria al 30 giugno 2020. Alcuni oppositori avevano fatto notare la forte criticità della relazione della Corte, in realtà si tratta di un pronunciamento in linea con i precedenti, ma che fa rilevare anche notevoli passi in avanti. Da qui, dunque il trionfalismo dell’amministrazione. Buono lo stato della cassa, che viene definito “in notevole miglioramento (€ 52.305.403,82) rispetto a quanto rilevato al 30 giugno (€ 27.602.162,43), ma occorre tener conto di risorse vincolate pari ad € 32.515.091,90 (€ 34.954.020,10 erano state registrate al 30 giugno) e dell’utilizzo dell’anticipazione di cassa per 49 giorni. Migliorano sensibilmente i tempi di pagamento, ridottisi fino a 34,5 giorni nel 2019, dagli 86,43 giorni del 2017 (66,96 giorni era invece il dato relativo al 2018)”.
Tuttavia esistono dei punti oscuri sui quali la Corte invita il Comune ad “approfondire alcuni aspetti per valutare il già critico quadro relativo al raggiungimento degli obiettivi intermedi delineato nelle precedenti deliberazioni”, perché spiega, citando un precedente provvedimento “l’esame dello stato di attuazione dei piani di riequilibrio non può limitarsi ad una mera verifica contabile del conseguimento di ciascun obiettivo finale, ma deve prendere in esame la situazione complessiva valutando anche ogni eventuale elemento sopravvenuto”.
Pertanto la Corte nelle conclusioni rimarca di “accertare il parziale rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano di riequilibrio finanziario pluriennale del comune di Foggia” e con esso accerta però la presenza di gravi criticità oltre a dichiarare che il mancato recupero del divario finora maturato rispetto agli obiettivi previsti nel piano e il mancato superamento delle criticità rilevate potranno determinare l’accertamento della presenza di un grave mancato rispetto degli obiettivi stabiliti dal piano di riequilibrio finanziario.
Ma quali sono i bubboni che restano al Comune di Foggia? Anzitutto l’attuale entità dei debiti fuori bilancio da riconoscere indicati nella massa passiva nonché il dettaglio dei debiti fuori bilancio riconosciuti ad oggi nel secondo semestre 2018 e nell’esercizio 2019, specificando se gli stessi siano o meno già inclusi nella massa passiva del piano di riequilibrio finanziario.
Come si sa, emergono al Comune debiti fuori bilancio mai previsti ai tempi della sottoscrizione del Piano. C’è ancora poi l’affaire Gema, per cui resterebbe una mancata riscossione di circa 200mila euro. Mancano anche alcune riscossioni di Aipa, la situazione di Adriatica Servizi non ha giovato al recupero che era stato avviato dalla società di Trisciuoglio e Insalata.
Il Servizio Avvocatura è ancora troppo deficitario di informazioni su molti contenziosi, come sottolinea il collegio contabile. Non solo Raco e Amica, che restano appesi, ma anche il contenzioso nei confronti di Gala S.p.A. e altri per l’esecuzione delle opere pubbliche. È forte il peso dei rapporti di locazione per emergenza abitativa. Tra pernottamenti in albergo e contributi fitti il Comune ha speso 1.811.473,79 euro. Resta pendente, inoltre, una controversia relativa al mutuo per l’impianto di biostabilizzazione. Scrive la Corte: “Dall’esame del settimo monitoraggio semestrale era emerso il riconoscimento di somme per lavori da corrispondere all’A.T.I. Unieco – Intini; in dettaglio, a fronte della richiesta del creditore, pari ad € 6.674.641,53. Questa Sezione regionale di controllo ritiene, pertanto, che per tale situazione dovrà essere fornito un dettagliato aggiornamento in occasione del prossimo monitoraggio”.