Condannati i mattinatesi Francesco Scirpoli e Antonio Quitadamo, al primo sono stati inflitti 8 anni e 4 mesi, al secondo 9 anni e 2 mesi. Il Tribunale di Milano si è così pronunciato nel processo sull’assalto al portavalori della società di trasporti “Ferrari”, risalente al 15 ottobre 2016 a Bollate. Imputati inchiodati dagli inquirenti grazie ad un lavoro d’indagine certosino, contrassegnato da immagini video e tracce di Dna riconducibili a Scirpoli, rimasto ferito durante l’assalto. Condannato anche il 42enne manfredoniano Catello Lista, per lui 8 anni e 2 mesi.
Insieme ai garganici, la polizia arrestò altri componenti del commando armato, tra cui Raffaele D’Assisti, 29 anni di Canosa di Puglia (per lui 6 anni e 10 mesi), Francesco Mavellia 43 anni di San Ferdinando di Puglia (7 anni e 4 mesi) e Carmine Valerio 41 anni di Barletta (5 anni e un mese). Inoltre, 5 anni di interdizione dai pubblici uffici e un anno di libertà vigilata per tutti. Collegio difensivo composto dai legali Marino, Pirelli, Arena, Decesare e Salvemini.
Il blitz, risalente al gennaio del 2019, confermò la pista delle alleanze in atto tra criminali di Mattinata e Cerignola. I malviventi, armati di fucili e motoseghe, e coperti da passamontagna, rubarono gioielli storici della ditta Bulgari, collezione “Heritage” e di altri noti marchi, per un valore intorno ai 4 milioni di euro. Preziosi poi piazzati ad un’asta londinese da un complice foggiano.
Francesco Scirpoli, 38 anni alias “Il lungo” e Antonio Quitadamo 44 anni detto “Baffino” sono detenuti rispettivamente a Lecce e Milano; il primo coinvolto nella recente evasione di massa dal carcere di Foggia e arrestato a metà aprile dopo oltre un mese di latitanza, il secondo in cella da qualche anno per vari reati.
Un tempo vicini all’organizzazione di Mario Luciano Romito, ucciso nella strage di San Marco del 9 agosto 2017, i due sarebbero ora al vertice della mala mattinatese, con agganci a Manfredonia (gruppo Lombardi) e Vieste (clan Raduano).

Due “specialisti” degli assalti su strade e autostrade. Furono infatti arrestati nel 2015 (operazione “Ariete”), mentre progettavano di rapinare un blindato tra Vieste e Mattinata insieme ad altri pezzi da Novanta della malavita garganica. In un passato ancora più remoto, Scirpoli rimase coinvolto in altra vicenda simile ma scagionato in Cassazione.
Il processo di Milano, disposto con giudizio immediato, come richiesto dal pm alla luce di prove evidenti, quindi saltando la fase preliminare, avrebbe aperto uno squarcio sui legami tra la malavita di Mattinata e i clan di Cerignola. Secondo gli inquirenti, il gruppo criminale facente capo allo “Sfregiato” (noto pregiudicato e assiduo frequentatore di un lido di Mattinata) sarebbe molto vicino proprio a Scirpoli e Baffino e controllerebbe traffici e forniture di merci in direzione Gargano, una sorta di economia sotterranea che vede i cerignolani sempre molto specializzati in materia. Non si escludono altre operazioni anticrimine lungo l’asse Gargano-Basso Tavoliere.