Sono un centinaio i barbieri e parrucchieri da uomo a Foggia con regolare salone che si sono riuniti in un gruppo facebook per condividere le difficoltà e i timori dello stop alle attività per il DPCM contro il contagio da Coronavirus.
Carmine Tonti è un giovane parrucchiere e solo un mese fa aveva aperto la sua piccola attività in via Lucera 117. Il suo racconto vero e toccante apre infiniti dibattiti sul futuro. Carmine parla a nome di tutta la categoria.
“Ci sentiamo abbandonati dallo Stato, perché credo che questa situazione non finirà il 25 marzo e neppure il 3 aprile, ci sarà una proroga – spiega al telefono a l’Immediato -. L’intera categoria di tutti i barbieri locali è in crisi, siamo autonomi, partite Iva e paghiamo tutti le tasse. Io ho aperto un’attività l’11 gennaio scorso, in via Lucera 117. Ho trovato il locale, in affitto, l’ho ristrutturato, ma molti di noi avevano deciso di chiudere già prima del decreto. Lo Stato ci vuole dare una tantum di 600 euro al mese, ma come si fa a vivere con questa somma? Noi, un gruppo di tutti i barbieri foggiani abbiamo creato una comunità social con la pandemia”.
Quali consigli vi arrivano dalla categoria, dai sindacati come Confcommercio? “Confcommercio? Dalla categoria non abbiamo avuto nessuna risposta, non apriremo subito, questo è chiaro. I proprietari degli immobili, credo che sicuramente dovranno venirci incontro, il 60% del fitto lo pagherà lo Stato”.
Carmine ha ormai solo costi fissi, investimenti fatti, che non potrà ammortizzare nel breve futuro. “Avevo ristrutturato tutto, prima nel locale c’era un parrucchiere più anziano. Ho speso 15mila solo sul locale, per gli arredi, le poltrone, le tubazioni, la ristrutturazione. Ero dipendente da un altro parrucchiere, ho deciso di aprirmi il locale, di mettermi in proprio, ho frequentato una scuola per la licenza. Come categoria vogliamo lanciare un appello ai cittadini: non fate entrare barbieri e parrucchieri, estetiste nelle vostre case. Loro sono i primi che potrebbero aver contratto il virus e che potrebbero veicolare il contagio, stando a 20 centimetri dai clienti”.
Si teme anche il proliferare dell’abusivismo, non è così? “Questo mercato non si è mai fermato, non le nascondo che continuo ad avere chiamate di clienti che mi chiedono se posso tagliare loro i cappelli, ma io a casa non vado. In questi giorni, nelle uscite per il supermercato o ai tabacchi, vediamo gente con i capelli fatti. Questo è per gli uomini, l’uomo può anche fare da sé, per le donne il mercato nero c’era già ed è ancora fiorente. Le donne si fanno belle, ma per andare dove?”.