La famiglia Montagano è pronta a dare battaglia dopo l’operazione Bios che ha portato a ben 7 arresti oltre a numerosi indagati. “Affronteremo ogni singola accusa con serenità e determinazione – fa sapere il legale Michele Vaira –, come abbiamo sempre fatto da dieci anni a questa parte. Per ora, al fine di tranquillizzare la popolazione di Capitanata, è necessario evidenziare risolutamente che l’accusa non è quella di aver ‘interrato rifiuti’ tal quali, ma di non aver – a parere dei consulenti dell’accusa – perfezionato il ciclo di trattamento. Per questa presunta violazione (che contrasteremo nel processo) la Procura considera ‘rifiuto’ quello che, in realtà, è concime”.
L’avvocato dei Montagano afferma che “non si tratta di rifiuti pericolosi, e tantomeno di rifiuti ‘tossici’. Gli stravaganti accostamenti alla ‘terra dei fuochi’ provenienti da alcuni esponenti politici sono del tutto gratuiti. L’oggetto dell’indagine non ha nulla a che vedere con la questione degli odori, che avevano altra genesi, superata da almeno due anni grazie alle – costose – misure messe in campo dall’azienda”.
Per Vaira, “l’accusa rivolta al dirigente della Provincia di favorire l’azienda è davvero paradossale: in più di una occasione, nel corso degli anni siamo stati costretti a ricorrere al TAR contro suoi provvedimenti contrastanti con gli interessi dell’azienda, ottenendo pronunce favorevoli. A titolo personale, aggiungo che non ho mai incontrato un funzionario pubblico più preparato e rigoroso dell’architetto Biscotti. Questa è la prima – più evidente – crepa di un’indagine che appare oggi – agli occhi dell’opinione pubblica – una monolitica sentenza di condanna. Ci vorrà del tempo, ma sono sereno che la verità – come sempre – emergerà”, conclude l’avvocato Vaira.