“Se mi sono rimesso in gioco nel Pd è per provare a fare qualcosa di importante. Ho con me una squadra di ragazzi, che sta scrivendo il programma, molto articolato. Ci avvaliamo di persone esperte, abbiamo con noi Giuseppe Catalano, alcuni docenti di Firenze e Macerata e un gruppo largo di giovanissimi dai 17 ai 20 anni. Come ho già fatto con l’Ordine degli Avvocati, dove rompemmo una cupola, voglio portare partecipazione”.
Presenta così a l’Immediato la sua candidatura alle prossime regionali nel Pd e nel centrosinistra l’avvocato sanseverese Guido de Rossi, classe 1953, 67 anni tra qualche giorno ed ex presidente dell’Ordine degli Avvocati dal 2000 al 2007. Il suo appare subito un modello di candidatura à la Bernie Sanders, dal profilo assai colto, ambientalista, innovativo e generato dal basso. Con lui, suo figlio Roberto e i tanti piddini di San Severo e anche Gigi Marino, consigliere comunale campione di consensi e figlio illustre dell’ex presidente della Commissione Sanità Dino Marino. Per l’avvocato, che nel suo intervento ha citato la democrazia ateniese di Pericle, tanti amici nella sede del Pd di Via Taranto. Dal consuocero e primario di Geriatria e neo direttore del nuovo corso del Lastaria Massimo Zanasi all’imprenditore Federico Moschella.
Oggi, pur con le scaramucce sull’autocandidatura di Elena Gentile nella lista del Pd, la presentazione della sua candidatura alla presenza della segretaria Lia Azzarone, dei due consiglieri regionali, il capogruppo dem Paolo Campo e l’assessore Raffaele Piemontese e dell’onorevole Michele Bordo, è stata accolta con molto entusiasmo.
“Sono orgoglioso di avere un uomo come Guido de Rossi candidato nelle liste del PD. A Guido noi tutti abbiamo chiesto un impegno diretto. Abbiamo bisogno di competenza, passione politica e di coprire pezzi di mondo larghi”, ha specificato l’assessore regionale.
Dalla battaglia dell’aeroporto percorrendo strade non ancora battute al Policlinico, un risultato che il centrosinistra secondo i piddini “si dovrebbe offrire come un grandissimo orgoglio ai cittadini di Capitanata”, il Pd ha dimostrato di “essere una squadra e non una accozzaglia di donne e uomini”, come gli agri schieramenti.
“C’è rispetto reciproco, io e Paolo siamo amici fraterni prima ancora che consiglieri e competitor. De Rossi è un valore aggiunto. A Foggia città abbiamo presentato la lista migliore, teneva dentro politici, giovani imprenditori, professionisti affermati, donne. Era una lista bellissima, capace di arrivare un punto sotto al primo partito del centrodestra, servivano 3 civiche per fare il Pd. Noi siamo una famiglia in grado di mettere in campo personalità importanti”, ha aggiunto Piemontese.
Il deputato Michele Bordo da parte sua ha rivendicato a sé l’idea di portare dentro de Rossi. “Sono stato io a chiedergli questa disponibilità, la sua candidatura non solo arricchiva la lista ma avrebbe permesso al centrosinistra di essere inclusivo. Stava dentro un percorso del PD, per la costituzione e l’avvio del nuovo partito che col segretario Nicola Zingaretti vogliamo costruire, per una alternativa riformista e democratica. Le competenze che darà alla discussione per le Regionali sono un tassello del percorso. Prende corpo la lista del PD che stiamo provando a costruire: forte, competitiva e che raccolga il consenso dei cittadini. Noi siamo per la riaffermazione del centrosinistra in Puglia. Abbiamo governato la regione con mille difficoltà, ma raggiungendo anche grandi risultati grazie ai nostri consiglieri. Una esperienza che noi vorremmo riconfermare. Con le Primarie abbiamo ri-legittimato il presidente uscente. Bisogna utilizzare le prossime settimane affinché il centrosinistra largo arrivi unito all’appuntamento elettorale. Penso che anche gli amici di altre forze politiche dovrebbero fare uno sforzo per stare dentro questo progetto politico. Gli amici di Italia Viva con una rottura rafforzerebbero solo la destra in una regione in cui i sondaggi ci dicono che Emiliano ha più chance. Sarebbe un peccato politico e programmatico se i nostri potenziali alleati favorissero l’avanzata di Salvini in una regione del Sud tra le più importanti del Paese. Dobbiamo fare tutti gli sforzi per evitare questa rottura. Con la candidatura di Guido si aggiunge un tassello, la lista è più competitiva di 5 anni fa”. Infatti ci sarà da San Giovanni Matteo Masciale, ci sarà a Cerignola l’indicazione di Teresa Cicolella, e non quindi Elena Gentile, c’è Isabella Damiani da Vico. Manca solo una donna, da individuare su Foggia città. È tutto un work in progress.
“Quando uno sceglie di candidarsi e competere lo fa portando in questa arena quello che è – ha rimarcato Paolo Campo -. Nulla di più e nulla di meno. Posso dire chi è Guido De Rossi. Quando tornai da Firenze c’era l’occasione per i giovani avvocati di ascoltare i domini in Tribunale. Lo osservavo, rappresentava per noi un esempio. Guido ha portato in quel ruolo da presidente dell’Ordine il Consiglio fuori dai palazzi, ha cominciato ad interloquire con le istituzioni. Io ero sindaco ed era l’epoca in cui si affacciavano i giovani professionisti. Lui era un presidente accessibile, fu una mezza rivoluzione. Avevo già considerato che una persona con quelle qualità potesse avere un profilo da politico. Michele Bordo erano anni che me lo diceva. Si è sempre pensato che Guido potesse contribuire. Il PD oggi è impegnato in una riflessione su come declinare la nostra identità. Non c’è solo il tema della partecipazione dei giovani ma il tema dell’affidabilità. In una fase in cui il PD ha bisogno di una rilegittimazione l’entusiasmo di Guido è già un valore aggiunto. L’ingresso di Guido nella nostra comunità dà il segno di dove voler andare. Guido non aver paura di volare alto”, ha detto rivolto all’avvocato.
Schietto anche Marino: “Guido de Rossi è un motivo in più per la gente che vuol votare Il PD. Nei giovani è difficile trovare entusiasmo. È una figura da cui si può imparare tanto, è una forza in più per dimostrare che il centrosinistra con Emiliano presidente può vincere”, ha osservato sgomberando il campo di un suo impegno con i renziani del padre Dino Marino. Del resto come ha detto scherzando lo stesso de Rossi non esiste “l’ereditarietà della colpa, per via paterna”.
Guido de Rossi non sarà solo espressione dell’Alto Tavoliere. C’è da immaginare che tantissimi avvocati votino per lui. “Il sindaco Francesco Miglio farà le sue scelte- ha sottolineato in conferenza stampa- Ma la mia non è una candidatura campanilistica ma ciò non toglie che sia espressione di una comunità più larga. Sento di interpretare la volontà di tanti”.