Nella prima amministrazione Landella, i chioschi dei fruttaroli nelle diverse isole spartitraffico, con l’inchiesta e le rimozioni da parte della Procura della Repubblica dei grossi gazebo in legno costati a ciascun fruttivendolo 20mila euro, rappresentarono un forte vulnus.
Ora il Comune di Foggia, dopo anni di caos, cerca di recuperare lanciando un atto di indirizzo per il Servizio Integrato Attività Economiche, con l’attivazione delle procedure per la redazione di un piano dei chioschi. La delibera di Giunta è arrivata qualche giorno fa. Nell’atto si evidenziano le positività delle attività di somministrazione di alimenti e bevande già presenti in alcune aree verdi cittadine. Secondo Franco Landella e la sua Giunta i chioschi “agevolano lo svago e la sosta dei cittadini creando momenti di socializzazione e controllo indiretto del territorio anche nella formula del controllo di vicinato in virtù del patto sulla sicurezza siglato con la Prefettura”. È per questo che l’amministrazione comunale ha ravvisato l’opportunità di estendere le attività di vendita e somministrazione nelle aree verdi pubbliche. Sempre che esse siano “opportunamente progettate e gestite coerentemente alla tipologia dei luoghi in cui vengono collocate”.
Cosa si potrà vendere nei chioschi? Sicuramente i giornali – da poco le edicole, dopo la notte bianca, hanno visto ridursi del 30% la tassa di occupazione del suolo pubblico – ma soprattutto prodotti alimentari come panini, focacce, bevande analcoliche o con gradazione alcolica fino al 15% massimo in confezione sigillata, caffè e prodotti di pasticceria; gelati, ma anche piante e fiori. Nel chiosco si potranno anche esporre e vendere prodotti dell’artigianato locale.
La Giunta ha quindi deciso di indirizzare il Responsabile del Settore Attività Produttive per uno studio sulle caratteristiche minime delle strutture, sulle tipologie di attività economiche che siano presidio di legalità del sito in modo anche da evitare disturbi alla quiete pubblica o luoghi di movida notturna.