26 gennaio. È questa la data che tutti attendono: le elezioni in Emilia Romagna rappresentano per i partiti e i movimenti pugliesi uno spartiacque, che determinerà alleanze e decisioni per coloro che intendono partecipare alle prossime elezioni regionali pugliesi, previste per la fine di maggio 2020.
L’annuncio di Matteo Renzi e della candidatura alternativa ad Emiliano di Italia Viva, cui si sono accodati i partiti Azione, di Carlo Calenda, e Più Europa dei radicali di Benedetto Della Vedova, hanno movimentato molto lo scenario.
Posto che Gianrico Carofiglio, come è quasi certo, non accetterà la candidatura, l’unico nome spendibile per i renziani resta Fabiano Amati, che è stato supportato da Calenda e a cui l’alleanza con Emiliano sta stretta, nonostante le Primarie appena disputate.
Proprio il Governatore a Foggia nell’assemblea pubblica del tavolo dell’antimafia sociale ha rimarcato che “fare il presidente non è una passeggiata”.
“Io non mi diverto a fare il presidente, è una grande responsabilità. Se qualcuno ritiene di poterlo fare meglio di me, si accomodi. Ma per ora non c’è nessuno e lo faccio io”, ha detto con la sua bonomia. Alcuni hanno inteso che dinanzi ad una candidatura molto autorevole potrebbe anche fare un passo indietro. Si favoleggia di Carofiglio su cui potrebbero convergere anche i 5 Stelle, ma come potrebbero i pentastellati sposare il disegno di Matteo Renzi? È fantapolitica.
Il cartello elettorale renziano se sarà Amati il candidato è dato su una forbice tra il 3 e il 10 per cento, ma di certo risulterebbe fatale forse per Emiliano. La divisione del campo, come ben insegna il centrodestra sconfitto dalla doppia candidatura Schittulli-Poli Bortone, è sinonimo di sconfitta.
Stando alle ultime informazioni nella Lega si aspetta l’esito della consultazione di Lucia Borgonzoni. Se dovesse vincere in Emilia Romagna, il partito di Matteo Salvini potrebbe strappare il candidato presidente ai Fratelli d’Italia. Su Raffaele Fitto pesa ancora il niet pesantissimo di molti ex amici. Da Nuccio Altieri a Roberto Marti.
Intanto in Capitanata stanno tutti alla finestra. Tra i tanti Sergio Clemente, ex consigliere regionale, che il primo e il 2 febbraio si recherà alla convention dei renziani per capire meglio l’aria che tira, ma che è anche interessato al nuovo Pd di Nicola Zingaretti.
Max Di Fonso insieme al civico Pippo Liscio attende lo scenario. Con loro tanti esponenti della sanità, come il dirigente del Dipartimento Veterinario Urbano, primo dei non eletti in Forza Italia in Regione tanti anni fa, acerrimo nemico di Fitto, ma oggi disposto a mettere una pietra sopra sugli antichi screzi.
Pronta per il weekend una nuova gazebata della Lega, come annuncia Daniele Cusmai, segretario provinciale. “La Lega è il partito della gente ed è in mezzo a lei che vogliamo sempre essere, come sta dimostrando il nostro Segretario Federale Matteo Salvini in Emilia Romagna e Calabria, a differenza di PD, M5S ed altri partiti di Governo che si sono chiusi nel Palazzo, asserragliati alle poltrone e non accettano la realtà che se si andasse ad elezioni gli Italiani li manderebbero a casa. Nella nostra Regione la sciagura Emiliano e il PD vogliono far passare le primarie come una grande vittoria di partecipazione ed invece i numeri dicono che sono state un flop senza precedenti. Alla Lega il compito di trainare il centrodestra verso la vittoria alle regionali ed è per questo che anche questo fine settimana scegliamo di portare le nostre idee e la nostra voglia di cambiare questo territorio nelle piazze della Capitanata”.