I primi interventi di chirurgia bariatrica sono stati completati agli Ospedali Riuniti di Foggia. Nella due giorni della prima sessione, il dottor Cristiano Giardiello – star di Real Time annunciata giorni fa da l’Immediato nel capoluogo dauno – ha seguito i primi pazienti. Per tutto il mese di dicembre, come riferito dal direttore generale Vitangelo Dattoli, “il rodaggio servirà a capire le potenzialità per valutare l’impatto sulla mobilità passiva”. Nelle previsioni, prima della chiusura dell’anno, sono calendarizzate un paio di sedute. Poi dal 2020 prenderà definitivamente forma il servizio, in linea con i Pdta (Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali) che la Regione Puglia sta per definire e che preciseranno i requisiti – organizzativi e professionali – ai quali tutte le aziende sanitarie dovranno adeguarsi.
Esprime entusiamo Luigi Giorgione, coordinatore regionale della rete obesità patologica, che ha seguito i primi passi di questo percorso nel capoluogo dauno. “Foggia potrà diventare un punto di riferimento attrattivo per anche per le regioni confinanti – spiega a l’Immediato -, perché finora c’è stata solo tanta mobilità passiva verso le regioni del nord, in particolare Piemonte e Lombardia. Ora c’è l’opportunità di ridurre il gap, attraverso l’implementazione di servizi a 360 gradi capaci di seguire il paziente nei 5 anni successivi all’intervento, con l’ausilio della chirurgia plastica, della medicina dello sport e della nutrizione, della gastreoterologia e dell’endocrinologia”.
Al momento, già si registrano notevoli liste d’attesa nella chirurgia post bariatrica del professor Aurelio Portincasa. Ma c’è ancora tanto da fare. “Al Policlinico ci sono tutte le professionalità necessarie, vanno solo organizzate ed il lavoro che si sta facendo è notevole – commenta Giorgione -. La strada intrapresa dalla Regione Puglia è quella giusta e l’ospedale sta facendo investimenti mirati. In Puglia, al momento, ci sono le strutture (in provincia di Foggia c’è anche il privato, con le cliniche di Salatto, NdR), ma i numeri sono ancora bassi. L’azienda ospedaliero-universitaria – conclude – ha davvero l’occasione di diventare un punto di riferimento di avanguardia, capace di divenire un punto attrattivo per il trattamento dell’obesità”.