Un post su Facebook pubblicato e rimosso poco dopo. Dopo il caso Stefanetti a San Severo, ora tocca all’ex sindaco Gianfranco Savino. “Con tutto il rispetto per la sig.ra Liliana Segre ma, ormai, la nomina di senatore a vita e la scorta viene data a… cani e porci!”.
Poi, con un post successivo, spiega le ragioni della decisione di rimuovere il contenuto: “Mi vedo costretto a cancellare il post, con relativi commenti, avente ad oggetto ‘Ormai è diventato di moda cantare in ogni occasione bella ciao’ posto che alcuni degli interlocutori, da argomentazioni più o meno confacenti, pian piano sono passati ad accuse personali reciproche che non possono assolutamente trovare ospitalità né conciliarsi con questa mia pagina di facebook”.
Anche qui a San Severo, da ultimo il caso che ha riguardato l’ex commissario di Fratelli d’Italia, intimamente democratico, forse troppo goliardico, ma comunque sempre inconsapevole di vivere in una Repubblica democratica, con una Costituzione antifascista.
Non contento, venerdì, l’ex Sindaco ha pubblicato un altro post in cui sosteneva che Bella Ciao è la canzone di una resistenza costituita da assassini, lasciando chiaramente intendere a tutti di essere convinto che la guerra civile di liberazione, i partigiani, e tutto quello che poi è alla base della nostra Costituzione antifascista, scritta da tutti gli antifascisti, non debba essere considerato positivamente.
A questa affermazione ho risposto con fermezza e durezza, salvo poi essere assalito da altri personaggi minori tutti o quasi tutti fieri sostenitori di un revisionismo d’accatto, incolto, costruito dalla lettura di qualche blog o pagina di bufale in stile trash italiano. Ho chiesto a Savino di ritrattare e di condannare il regime. Si è rifiutato di farlo”.
Poi prosegue: “Chiaramente, il buon avvocato, notando la mia determinazione nel difendere certe posizioni e notando che venivo attaccato sul piano personale con insulti di vario genere, ha pensato bene, anche in questo caso, di cancellare il post. Ora, il problema è serio. Si tratta di gente che ha avuto in passato ruoli istituzionali, ruoli in uno Stato fieramente antifascista. In molte di queste affermazioni grossolane c’è una mancanza di consapevolezza gravissima. Esattamente come nel caso del prof.. Il fascismo non tornerà, dicono gli storici, nella sua forma di regime compiutamente totalitario. Posso essere anche d’accordo, ma come scriveva Eco persiste in Italia la convinzione che si possa agire d’autorità nel limitare libertà ampiamente tutelate dalla Costituzione. E poi, diciamolo francamente, c’è un tentativo politico di far virare verso idee malsane, UrFasciste, che non può essere sottovalutato. Chi rappresenta o vuole rappresentare qualcosa in Italia – conclude – si deve mettere in zucca che fino a quando c’è la nostra Costituzione in piedi non c’è spazio per propaganda anti Democratica, fascistoide, nostalgica o comunque UrFascista”.